mercoledì,Dicembre 25 2024

Addio a donna Gilda, Tropea perde il simbolo di un’epoca

E’ scomparsa, alla veneranda età di 107 anni, la madre dell’ex sindaco Peppino Romano. «Se ne va un pezzo di storia della città» il commento unanime tra i suoi concittadini  

Addio a donna Gilda, Tropea perde il simbolo di un’epoca

Tropea, oggi si è svegliata diversa. E no, che non è una frase fatta. Perché con la morte di donna Gilda Alia vedova Romano, classe 1911, 107 anni vissuti magnificamente, scompare un’epoca. Ne rimarrà l’eco nei vecchi salotti in velluto cremisi delle famiglie bene. Nelle foto sbiadite in cornici d’argento, atmosfere che possiamo solo ricordare dai racconti dei nostri nonni, e che lei aveva vissuto in prima persona, che non riuscivi a crederci fosse stata loro coetanea quando te li raccontava, quando se li ricordava lì ed ora, compagni di gioventù.

Che rumore fanno, le epoche, quando si chiudono? Fanno il rumore d’un saluto commosso, e silenzioso. Quello dato al feretro dalle decine di compaesani d’adozione, lei spostatasi da Parghelia a Tropea dopo il matrimonio con Domenico Romano. Tanti, commossi, dispiaciuti, che quando una figura così si perde, si stacca un pezzo di cuore e di anima della città. Si sono dati il cambio per l’ultimo saluto amici dei figli, Nicola e Peppino, quest’ultimo sindaco di Tropea per diversi mandati, e che aveva nella mamma la prima, e più fervida sostenitrice elettorale; rappresentanti della Tropea nobile, quale quella cui lei apparteneva, che ne descrivono l’attività di moglie e madre esemplare, infaticabile supporto maritale alla gestione di terre e contadini; nipoti e amici dei nipoti – ragazzi belli, giovanissimi, inseriti e mondani – eppure tristi e silenziosi al suo cospetto, nella loro composta eleganza di giovani del Sud, che qui sanno bene come ci si comporta e come ci si muove di fronte alla scomparsa d’una persona cara, di fronte alla venuta meno di un simbolo.

Tutti la ricordano, sulla piazza virtuale e quella fisica, sui social e nelle vie, nella sua instancabile attività di propaganda elettorale a favore del figlio sindaco, oggi presidente del Club per l’Unesco di Tropea, e capo dell’opposizione in consiglio comunale. La sua frase celebre: “C’hu dati ‘u vòtu a Peppino mio?”, viene riproposta da più parti col rispetto, la tenerezza e l’ammirazione per una figura d’antica levatura quale la sua. “Ooooh, che bellu stu figghiu! – scrive la nipote sul suo profilo Facebook , già mamma, ricordando, a proposito del pronipote -: Tutte le volte che lo vedevi, lo dicevi sempre. Gli insegnerò a ricordarti cosi! Ciao nonna Gidda. Ciao guerriera!”. E c’è da dire che tutti i commenti insistono commossi sull’unicità della sua figura: “La perdita di Donna Gilda, la memoria storica di una Tropea ormai dimenticata, una donna ultracentenaria con una eleganza che faceva invidia alle quarantenni di oggi, e un amore viscerale per la famiglia e la sua città”, scrive un amico. Altri, ribadiscono: “Un pezzo di storia tropeana ci ha lasciati, Donna Gilda non è più con noi (…) è stata una testimone del nostro tempo, una grande donna, lascia un ricordo indelebile. Non basterebbe un libro intero per raccontare del suo grande attaccamento alla famiglia e al paese, lei era il nostro passato: quello degli anni migliori”. E ancora: “una donna straordinaria, un pezzo della migliore storia di Tropea che se ne va, che non si potrà mai dimenticare”.  Tutti concordi: un simbolo ci lascia, e la comunità si stringe attorno ai suoi cari. Domani, 31 luglio, alle ore 17, la Cattedrale ospiterà le esequie, celebrate da don Ignazio Toraldo. 

 

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