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Alluvione disastrosa e danni alla diga dell’Angitola: l’esercitazione dei Vigili del Fuoco che ha coinvolto oltre 100 unità da tutta la regione – VIDEO

Il comandante provinciale di Vibo Valentia Ambrogio Ponterio: «L’idea è verificare i tempi di intervento del nostro sistema di soccorso in situazioni emergenziali così da migliorare l'efficienza delle operazioni e la sicurezza della comunità»

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Dal 26 al 28 novembre 2024, il territorio vibonese è stato teatro dell’esercitazione regionale “Exe Overflow Vibo Valentia 2024”. Organizzata dalla Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco, l’iniziativa ha coinvolto tutti i Comandi della regione con l’obiettivo di testare la capacità di intervento in scenari emergenziali legati al rischio alluvionale.


L’esercitazione ha simulato un prolungato periodo di intense piogge che ha colpito il territorio, interessando i comuni di Maierato, Francavilla Angitola e Monterosso Calabro. Precipitazioni che hanno causato frane e dissesti, mettendo in pericolo la diga Angitola di Monte Marello. Il peggioramento della situazione ha portato all’innalzamento del livello dell’invaso e all’attivazione del Piano di emergenza, evoluto da una fase di pre-allerta a una fase di allerta vera e propria.

Un secondo scenario operativo ha poi riguardato una vasta frana che ha coinvolto il centro abitato di Cavallerizzo, frazione del comune di Cerzeto (Cosenza), che per le finalità esercitative è stato gestito come se fosse area di competenza di Vibo Valentia e che realmente è stato interessato nel passato da un rilevante fenomeno franoso. 

Le diverse attività esercitative


Tra le numerose operazioni simulate, l’evacuazione dell’Istituto Nautico 1874 di Pizzo Calabro ha permesso di verificare le procedure in caso di allagamenti scolastici. Inoltre, oltre 100 Vigili del Fuoco provenienti da tutta la Calabria hanno preso parte a manovre che hanno coinvolto sommozzatorisoccorritori acquaticimoduli per emergenze climatiche e il team USAR Medium, specializzato in interventi su macerie e frane.

Il comandante dei Vigili del Fuoco di Catanzaro, Giuseppe Bernardo, ha spiegato l’impostazione dell’esercitazione: «Abbiamo simulato un problema alla diga dell’Angitola, con il rilascio di grandi quantità d’acqua a causa delle forti piogge, e fenomeni franosi. Abbiamo previsto l’impiego dei sommozzatori, che hanno effettuato ricerche nel lago, e la costruzione di un campo base per ospitare un centinaio di operatori, fornendo supporto logistico e operativo alle squadre sul territorio». 

Bernardo ha poi sottolineato il ruolo cruciale del Centro Comandi di Cratere, che ha coordinato tutte le attività: «Da qui gestiamo le richieste di soccorso e il lavoro delle squadre sul campo, simulando operazioni prioritarie in un contesto il più possibile realistico».

Il valore dell’organizzazione e del coordinamento


Secondo Sebastiano Rotta, della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco Calabria, esercitazioni di questo tipo rappresentano un banco di prova fondamentale: «Negli ultimi anni, il Dipartimento organizza esercitazioni regionali basate sui principali rischi del territorio. In Calabria, abbiamo voluto mettere al centro il rischio idrogeologico, testando sia gli interventi sul campo sia la parte organizzativa e di coordinamento, che costituisce l’ossatura dell’intero sistema di soccorso»

Anche Antonio Suma, comandante provinciale di Crotone, ha rimarcato l’importanza del coordinamento: «Adottiamo l’Incident Command System, un modello consolidato che suddivide le operazioni in quattro funzioni: pianificazione, operazioni, logistica e amministrazione. Questo sistema consente di gestire al meglio i flussi comunicativi e organizzativi, che spesso rappresentano una criticità sia nelle esercitazioni sia nelle emergenze reali».

Un test per migliorare i tempi di intervento


Il comandante provinciale di Vibo Valentia, Ambrogio Ponterio, ha infine sintetizzato gli obiettivi della tre giorni di esercitazioni: «L’idea è verificare i tempi di intervento del nostro sistema di soccorso in situazioni emergenziali di tipo alluvionale. Abbiamo simulato scenari realistici, come appunto allagamenti e frane, mettendo in campo circa 80-90 unità operative ogni giorno, personale che è specializzato soprattutto dal punto di vista di soccorso fluviale.

Queste simulazioni – conclude Ponterio – ci permettono di preparare i nostri uomini ad affrontare le emergenze reali, migliorando l’efficienza delle operazioni e la sicurezza delle comunità».

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