Inchiesta di Catania su maxi frode fiscale, il consulente di Ricadi Giuseppe Paparatto lascia i domiciliari
L'operazione scattata lo scorso 12 novembre si fonda su un presunto sistema basato sull'emissione di fatture false. I legali: «Stimato professionista che è riuscito a documentare la legalità dei suoi comportamenti»
L’operazione della Procura di Catania denominata “Dentro o fuori” eseguita della guardia di finanza lo scorso 12 novembre ha visto finire nel calderone Giuseppe Paparatto, 55enne di Ricadi, ristretto agli arresti domiciliari. L’inchiesta, che ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 15 persone e coinvolge in totale 29 indagati, si fonda su un presunto sistema di somministrazione fraudolenta di manodopera e di frode fiscale tramite l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Ma attraverso una nota, gli avvocati Alessio Colistra e Tommaso Zavaglia, rendono pubblica «l’ordinanza, emessa in data odierna dal Gip, con la quale è stata revocata la disposta misura cautelare nei confronti del dott. Paparatto».
«È bene evidenziare che tale provvedimento – proseguono i legali -, che segue di una settimana l’ordinanza applicativa, è intervenuto all’esito della proficua sottoposizione dell’assistito all’interrogatorio di garanzia, espletato in data 18.11.2024. Nel corso di tale incombente, il Paparatto ha avuto l’opportunità di fornire al magistrato procedente taluni incontrovertibili elementi probatori, totalmente destrutturanti degli addebiti posti in contestazione. Ancora, egli ha chiarito la natura e le ragioni dei rapporti intrattenuti, per un limitatissimo arco temporale e per ragioni professionali, con uno dei consorzi oggetto di indagine. Il Paparatto, in perfetto spirito collaborativo, non si è sottratto ad alcuna delle domande rivolte dal GIP e dal P.M., riuscendo a documentare per tabulas la legalità dei suoi comportamenti. Ciò posto – concludono -, l’assistito, stimato professionista, intende ribadire, nostro tramite, di avere sempre agito nel rispetto della legge e dei propri principi etici e morali. Tanto si doveva».
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