Operazione Maestrale, lascia il carcere il presunto boss di Briatico Armando Bonavita
Il Riesame di Catanzaro ha accolto l’appello della difesa per il 45enne che avrebbe preso le redini dell’omonimo clan dopo la morte del padre
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, accogliendo l’appello presentato dall’avvocato Giovanni Vecchio, ha sostituito la misura della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari nei confronti di Armando Bonavita, 45 anni, di Briatico, imputato nel procedimento Maestrale-Carthago (che include anche l’operazione Olimpo) in corso di celebrazione innanzi al Tribunale di Vibo Valentia. Secondo l’accusa, sostenuta dalla Dda di Catanzaro, Armando Bonavita – figlio del defunto boss Pino Bonavita – sarebbe il capo promotore dell’omonima consorteria criminale che si ritiene operante nel territorio del comune di Briatico. L’appello difensivo era stato proposto avverso il rigetto di un’istanza con cui la difesa dell’imputato aveva chiesto la sostituzione della misura custodiale a seguito della pronuncia della Corte di Cassazione che aveva interessato Armando Bonavita.Nel giugno scorso, infatti, i giudici di legittimità, pronunciandosi per la seconda volta sul ricorso cautelare presentato dalla difesa dell’imputato (avvocati Giovanni Vecchio e Bruno Vallelunga) dopo un precedente annullamento con rinvio, avevano annullato senza rinvio l’ordinanza con cui il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva confermato la custodia cautelare in carcere nei confronti di Armando Bonavita.In particolare, la seconda sezione penale della Cassazione aveva annullato (per difetto di gravità indiziaria) l’ordinanza custodiale e quella confermativa dei giudici del Riesame con riferimento a tutti i reati che erano oggetto del suo giudizio. Dopo tale decisione, dunque, Armando Bonavita risultava cautelato solo per talune imputazioni minori. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, nel riformare la decisione dei giudici vibonesi, ha infine disposto la degradazione della misura cautelare nei confronti dell’imputato che passa così ai domiciliari.Lo stesso Armando Bonavita era stato inoltre sottoposto a misura carceraria anche nell’operazione denominata “Imperium”, condotta sempre dalla Dda di Catanzaro e successivamente confluita nel processo “Maestrale-Carthago-Olimpo”, ma, in quel caso, accogliendo i motivi di riesame, il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare.