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Dopo 10 anni assolto definitivamente l’avvocato Galati finito sotto accusa per presunti legami con il clan Mancuso

Nel 2014 era stato coinvolto in un'inchiesta con gli allora capo e vicecapo della Squadra mobile di Vibo, Lento e Rodonò. Condannato in primo grado, la sentenza è stata ribaltata in Appello

Dopo 10 anni assolto definitivamente l’avvocato Galati finito sotto accusa per presunti legami con il clan Mancuso

Dopo un lungo iter processuale, durato oltre dieci anni, si è definitivamente conclusa la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti l’avvocato Antonio Galati, Maurizio Lento, all’epoca dei fatti capo della squadra mobile di Vibo Valentia e Emanuele Rodonò, vicecapo della squadra mobile di Vibo Valentia.

Tutto inizia il 25 febbraio 2014 allorquando fu eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con cui si contestava all’avvocato Galati di essere partecipe del sodalizio mafioso “Mancuso” ed ai due vicequestori di concorrere dall’esterno allo stesso sodalizio. All’esito del giudizio di primo grado, celebratosi nel gennaio del 2018 davanti al Tribunale di Vibo Valentia, l’avvocato Galati fu condannato alla pena di quattro anni e otto mesi di reclusione, previa riqualificazione del fatto in quella di concorso esterno in associazione mafiosa.

I due dirigenti della polizia, invece, furono assolti dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa, ed il solo Rodonò fu condannato alla pena di un anno di reclusione per il delitto di rivelazione di segreto di ufficio.

Tale sentenza è stata ribaltata in sede di appello. La corte di secondo grado, infatti, dopo la requisitoria della pubblica accusa, che aveva concluso chiedendo la conferma della condanna, e le discussioni dei difensori (gli avvocati Maurizio Nucci ed Armando Veneto per i due vicequestori, e gli avvocati Sergio Rotundo e Franceso Gambardella per l’avvocato Galati) ha assolto l’avvocato Galati perché ritenuto insussistente il reato contestato, mentre è stata dichiarata la prescrizione per il delitto di rivelazione di segreto di ufficio contestata a Rodonò.

Oggi la sentenza di assoluzione è divenuta definitiva, così chiudendo una lunga vicenda giudiziaria.

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