Amarcord Battistini, le associazioni protestano contro il commissariamento bis dell’Asp di Vibo: «Tutto fermo, siamo tornati indietro» – VIDEO
Questa mattina il sit-in organizzato da Città attiva davanti alla Prefettura: «Numerose attività che erano state avviate come gli screening antitumorali ora sono state stoppate. Due anni persi»
Ogni mese, da quasi due anni, alcune associazioni vibonesi insieme all’Osservatorio civico città attiva di Vibo Valentia si riuniscono in protesta davanti all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia per tenere alta l’attenzione sulle criticità della sanità nel capoluogo di provincia. Nella mattinata di oggi l’appuntamento si è rinnovato ma stavolta l’Osservatorio ha voluto coinvolgere i cittadini con un sit-in davanti alla Prefettura di Vibo – insieme all’associazione Insieme per il bene comune, il Comitato San Bruno, il Comitato civico Costa degli Dei e l’associazione Artigianfamiglia – con lo scopo di dare un forte segnale alle istituzioni soprattutto a seguito del recente scioglimento dell’azienda sanitaria provinciale per infiltrazioni mafiose.
«Siamo qui oggi perché ci sentiamo abbandonati, perché pretendiamo che chi ci deve tutelare si attivi per farlo seriamente – ha spiegato Francesca Guzzo, coordinatrice dell’Osservatorio civico città attiva -. È stata commissariata un’Asp che era già commissariata e siamo all’inverosimile perché i progressi che erano stati fatti in quest’anno sostanzialmente rischiano di andare tutti persi. Noi rischiamo di andare incontro a un’ulteriore paralisi di almeno due anni e Vibo non se lo può permettere».
Sulla questione relativa allo scioglimento è intervenuta poi Daniela Primerano, anche lei coordinatrice dell’Osservatorio: «Lo scioglimento ha sollevato in noi tantissima preoccupazione. L’avevamo già dichiarato al prefetto e ad altre istituzioni, protocollando una nota a maggio 2024. Adesso praticamente siamo tornati alla fase iniziale cioè a quella dei sopralluoghi che la triade commissariale sta facendo a Serra San Bruno, all’ospedale di Vibo, insomma siamo tornati indietro di un anno».
La preoccupazione di Primerano va in particolare a quelle attività che erano già state avviate e che adesso si sarebbero fermate. «Gli screening mammografici che il commissario Battistini era riuscito a far ripartire, adesso sono fermi. C’era in corso l’assunzione di un endoscopista visto che la situazione delle gastroscopie, endoscopie e colonoscopie è drammatica, ed è fermo anche quello. Dovevano iniziare alcuni interventi chirurgici di tipo ortopedico da fare Tropea e si sono fermati anche quelli».
Tra i manifestanti anche Soccorso Capomolla, amministratore del Don Mottola Medical Center, Rsa di Drapia che ancora oggi è in attesa di una convenzione con l’Asp necessaria per consentire ai pazienti della struttura di usufruire di cure e assistenza gratuite. «Noi capiamo le esigenze della commissione che deve, per così dire, bonificare tutti quei meccanismi che sono stati alterati dalle infiltrazioni; ma rivendichiamo anche un diritto alla salute. È da due anni che questi cittadini sono inibiti alle cure. E quello che dispiace è che sul territorio vengono sottratti continuamente risorse. Basti pensare alla distribuzione del Fondo Sanitario del 2023-2024 che computa meno 32 milioni di euro rispetto al 2022».
La battaglia portata avanti dall’Osservatorio civico città attiva ha visto inoltre l’invio di una lettera, firmata assieme alle altre associazioni e comitati e indirizzata alle principali istituzioni del territorio con precise richieste: «Chiediamo che Sua Eccellenza il prefetto si affianchi a noi per monitorare quello che verrà fatto dalla triade commissariale. Anziché manifestare ogni mese davanti all’ospedale chiediamo un confronto a cadenza mensile in Prefettura assieme ai rappresentanti delle associazioni e alla triade commissariale. Questa è la nostra richiesta e non ci fermeremo finché non avremo risposte e garanzie».