Scuola di Porto Salvo chiusa dal 2021, i lavori previsti ancora non iniziano: «Basta parole, è il momento di incazzarsi»
Genitori esasperati da un’attesa che rischia di desertificare il plesso alla prossima tornata di iscrizioni: «Ci sentiamo dimenticati. Un fallimento totale della politica di ogni colore»
Per i genitori dei bambini che frequentavano la scuola di Porto Salvo, la pazienza è ormai finita. «Oggi è il tempo dell’incazzatura», scrive sui social Ilenia Iannello, che anche in rappresentanza del comitato “Insieme per Porto Salvo”, conduce da tempo una strenua battaglia affinché i lavori di ristrutturazione del plesso vengano finalmente avviati. Dal 2021, infatti, la scuola di Porto Salvo è chiusa per inagibilità, situazione che costringe gli alunni della frazione costiera a frequentare altri plessi. Nonostante il finanziamento regionale di 600mila euro disponibile da oltre un anno, i lavori di ristrutturazione non sono ancora iniziati.
«Comprendo che amministrare sia difficile – scrive Iannello -, ma non si può stare in silenzio dinanzi alle continue ed evidenti inerzie che, ormai, si protraggono da tempo. Il finanziamento per i lavori di adeguamento c’è, ma i soldi sono materialmente fermi in Regione per problematiche burocratiche. Quello che a gran voce chiediamo è che si proceda nel breve termine alla stipula della necessaria convenzione tra Regione e Comune e, nelle more dell’iscrizione delle somme finanziate nel bilancio regionale, alle procedure relative all’affidamento dei lavori».
Un appello accorato che ormai sfocia nella frustrazione: «L’ente più vicino a noi cittadini è il Comune ed è impensabile che ad oggi l’attuale amministrazione non sia intervenuta attivamente nel merito di tali problematiche. È impensabile, soprattutto, che a chiedere interlocuzioni con la Regione sia stata la sottoscritta, unitamente al Comitato “Insieme per Porto Salvo”, composto per lo più da genitori che combattono per garantire un diritto ai loro figli: la loro scuola, nel posto in cui vivono».
Una vicenda che si riverbera sulla percezione che la comunità di Porto Salvo ha di se stessa in relazione alle Istituzioni: «Ci sentiamo dimenticati, in costante attesa che i problemi di cui si fanno portavoce i cittadini vengano considerati tali anche da chi è preposto non dico a risolverli, ma quantomeno ad affrontarli».
Poi le bacchettate alla politica «per la quale la questione della scuola di Porto Salvo rappresenta un generale fallimento».
«Per questo invito tutti, indistintamente, alla riflessione – continua Iannello -. Vi invito a chiedervi se possiate proferire parole in merito o indignarvi fattivamente insieme a noi, pensando soprattutto che la scuola in questione era frequentata, prima del 2021, da oltre 150 bambini. Un plesso che funzionava e – sebbene, dislocato nella zona industriale – tuttora funziona bene, con insegnanti straordinarie. Attualmente, però, gli iscritti sono poco meno di 50 e i numeri sono destinati a diminuire se non si interviene nell’immediatezza. Ed è già troppo tardi. Rimaniamo ancora in attesa, ma stavolta senza più nutrire la solita, e più volte manifestata, fiducia. Continuiamo, sebbene stanchi, a farci portavoce. Ma stavolta allo spirito risolutivo associamo un grido di vergogna. Perché è questo il sentimento che ad oggi prevale».