Gdf al Comune, la politica è silente ma i cittadini confidano nei magistrati – Video
Tra maggioranza e opposizione nessuno rilascia dichiarazioni. Nel frattempo i vibonesi non si dicono sorpresi di questa indagine e attendono l’esito del lavoro degli investigatori
Indaga la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e, il giorno dopo il maxi blitz della Guardia di finanza nel municipio, Vibo Valentia si ritrova incuriosita ma nient’affatto sorpresa. Fiamme gialle a caccia di documenti da sequestrare e politica silente perché, tranne il sindaco Maria Limardo – che dopo aver accompagnato i finanzieri nelle fasi dell’acquisizione di parecchi documenti ha espresso fiducia nel lavoro degli investigatori – nessun esponente di maggioranza o opposizione ha rilasciato dichiarazioni. Eppure i finanzieri hanno trascorso ore e ore negli uffici, nell’ambito di un’indagine che sembra frutto di un raggruppamento di diversi filoni d’inchiesta datati nel tempo, visto che troppo poco è passato – appena 5 mesi – dall’insediamento della nuova compagine di centrodestra che guida Palazzo Luigi Razza. Bocche quasi tutte cucite, eppure la trentina di finanzieri che si sono mossi con in testa il colonnello Roberto Prosperi – che ha partecipato personalmente al sequestro ordinato dal sostituto procuratore Antonio De Bernardo – sono andati via disseminando parecchi quesiti che non fanno dormire sonni tranquilli ad una burocrazia e a spezzoni di classe politica, sembrati inamovibili negli anni.
Dal Contenzioso alla Manutenzione, dalla Ragioneria all’Ambiente, dall’ufficio Sport alla Stazione unica appaltante: sono davvero pochi i settori da cui i finanzieri non hanno preso documenti, che servono ora a un’indagine che ha un filo comune datato nel tempo, certamente iniziato a tessere a partire da inchieste antimafia che in passato hanno ipotizzato cointeressenze tra i clan e la politica locale, a diversi livelli. Piste al vaglio degli inquirenti, che certamente oggi possono contare anche sull’apporto di conoscenze in possesso del nuovo procuratore Camillo Falvo, per anni in servizio alla Dda guidata da Nicola Gratteri. E proprio nei magistrati, più nei politici, sembrano credere i cittadini nelle testimonianze raccolte a poche ore da questa nuova bufera giudiziaria.
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