«Mandati a casa con un’email», oggi scadono i primi contratti dei 72 infermieri e oss “licenziati” dall’Asp di Vibo. Il sit-in con i sindacati: si spera nel solito tavolo tecnico – VIDEO
La mobilitazione dinanzi alla sede dell’Azienda provinciale. C’è anche chi suo malgrado era tornato in Calabria rinunciando a un rapporto di lavoro a tempo indeterminato in altre regioni. Contartese (Cgil): «Proroga subito». Il sindaco Romeo: «Una soluzione va trovata»
«Mandati a casa con una email. Non ci stiamo a essere trattati così dopo i sacrifici che abbiamo fatto e l’impegno che mettiamo nel nostro lavoro». Sono arrabbiati i 72 infermieri e oss ai quali l’Asp di Vibo Valentia non rinnoverà i contratti in scadenza da oggi fino al 31 dicembre. Una bomba occupazionale e sociale esplosa quasi in sordina per assecondare le direttive delle Regione che, in base a determinati parametri che misurano l’efficienza delle strutture sanitarie, considera in esubero il personale alla dipendenza dell’Azienda sanitaria provinciale. Immediata è scattata la mobilitazione dei sindacati, che oggi è sfociata in un sit-in al fianco dei lavoratori. Con loro c’erano i rappresentanti di Fp-Cgil, Fp-Cisl, Uil Fpl, Fials, Nursind, Nursingup.
Assunti durante l’emergenza Covid con contratti a termine, i 72 operatori sanitari rivendicano il diritto alla stabilizzazione ma ora è in pericolo il rinnovo stesso dei contratti a tempo. Anzi, una buona parte scadranno oggi. «Ci aspettiamo una soluzione per tutti noi che da oltre 36 mesi lavoriamo al Pronto soccorso. A questa situazione imbarazzante – ha sottolineato un’infermiera presente alla manifestazione di protesta – a questa ingiustizia si somma il maltrattamento che subiamo ogni giorno e questa è la goccia che farà traboccare il vaso, portando questa professione allo sbando».
Il peso del precariato si avverte anche al nosocomio di Tropea, come testimonia un’assistente socio-sanitario che lavora in quel presidio: «Sono operativo nel reparto Dialisi e Nefrologia da 40 mesi e non è giusto andare a casa con una email. Non va bene questo comportamento da parte dell’Asp, non è corretto verso di noi e verso la cittadinanza, anche perché la carenza di personale nei nostri ospedali rappresenta un problema enorme che pregiudica l’assistenza ai cittadini».
Tra i manifestanti c’è anche chi è tornato in Calabria con la speranza di restarci a lavorare: «Il mio contratto scadrà il 15 novembre – ha raccontato un’infermiera in forze al Pronto soccorso di Vibo. Ho lasciato un impiego a tempo indeterminato a Milano e ora non so che cosa potrò fare. Vorrei rimanere nella mia terra ma, purtroppo, a volte non è possibile».
Sull’attuale situazione è Luciano Contartese, segretario Fp-Cgil Area vasta, a dare gli ultimi aggiornamenti: «Al momento siamo sospesi sebbene ieri abbiamo ricevuto dalla Prefettura di Vibo la notizia dell’apertura di un tavolo tecnico richiesto dalle organizzazioni sindacali. Ieri sera è arrivata anche la nota del presidente Occhiuto per l’apertura di un tavolo da giorno 1 al 4 novembre. Il problema è però che oggi, 31 ottobre, c’è la prima scadenza dei contratti per i lavoratori e non sappiamo ancora se saranno prorogati o meno. Chiediamo quindi a gran voce una proroga contrattuale perché riteniamo che gli stessi non debbano essere trattati in questa maniera dopo aver dato tutto per questo ospedale».
«Vorrei capire perché di recente è stato fatto un altro concorso per assumere 12 infermiere e 12 oss quando ci stanno dicendo che abbiamo personale in esubero – si chiede Domenico Pafumi, segretario provinciale della Fials -. Ci sono reparti che mentre l’anno scorso facevano 200 ricoveri, quest’anno hanno fatto 600 ricoveri. Allora il personale è poco, altro che in esubero come dicono loro. Noi abbiamo persone che hanno lavorato più di 40 mesi e ancora non si parla di assunzione. Addirittura le mandiamo pure a casa».
Presente alla manifestazione, al fianco dei lavoratori vibonesi, anche il primo cittadino di Vibo Valentia, Enzo Romeo: «Esprimo grande solidarietà da parte della conferenza dei sindaci di tutta la provincia di Vibo nei confronti dei lavoratori e la necessità di trovare un accordo, un’intesa che determini almeno la possibilità di discutere di questa situazione che determinerebbe scompensi enormi alla struttura ospedaliera di Vibo. Sono convinto che questa cosa possa avvenire e possa essere presa in considerazione dal presidente della Regione. Bisogna dare una risposta immediata per far sì che almeno si crei un tavolo di trattative».