Vibo, lite in Consiglio sul bando della discordia. Cutrullà accusa: «È una cambiale elettorale?». Romeo furioso: «Non te lo consento»
Clima incandescente nel corso della seduta che doveva discutere la proposta della minoranza di annullare l’avviso pubblico per la ricerca di un super consulente da 26mila euro per 60 giorni. Il sindaco di Vibo: «A me con le mani nella marmellata non mi troverete mai»
“Ogni limite ha una pazienza”, diceva Totò giocando con le parole. E la pazienza di Enzo Romeo ha trovato il suo limite ieri, in Consiglio comunale. Vedere il pacato sindaco di Vibo rosso in volto e furioso per le parole di un consigliere di opposizione, Giuseppe Cutrullà, è cosa rara. Molto difficile che Romeo vada oltre i bordi delle righe. Il suo aplomb da vecchio saggio («chiamatemi nonno sindaco», disse agli alunni durante la sua visita in una classe vibonese il primo giorno di scuola) non ha mai vacillato neppure in campagna elettorale, in verità non particolarmente cruenta.
Ma ieri ha ritenuto che la misura fosse colma, quando Cutrullà gli ha chiesto conto del bando lampo (appena 7 giorni) per l’assunzione di un esperto in comunicazione da 26mila euro per poco più di due mesi di lavoro. La vicenda, sollevata a suo tempo da Il Vibonese, da due mesi tiene banco nel dibattito politico cittadino e ieri è approdata finalmente in Consiglio comunale con un ordine del giorno dedicato. Occasione ghiotta per la minoranza di pungolare l’amministrazione e cercare di mettere in difficoltà il primo cittadino, che però ha preso in contropiede tutti, reagendo con un’inusuale verve alle accuse.
Forse sbagliando le misure e sottovalutando la reazione del primo cittadino, Cutrullà è stato fin troppo esplicito: «Questo è un bando fatto su misura per qualcuno che conosciamo. L’unico probabilmente che tra i 33 candidati che hanno risposto all’avviso ha nel suo curriculum le due lauree richieste, quelle in Beni culturali e Scienze della comunicazione. Diciamolo, questo bando è una porcata e, grazie anche all’aiuto della stampa, vi abbiamo scoperto con le mani nella marmellata – ha scandito dai banchi dell’opposizione -. Il sindaco deve forse pagare una cambiale elettorale?».
È stata soprattutto questa insinuazione a far scattare la molla. «Non posso consentire che si dica in quest’aula che ho cambiali da pagare – ha replicato con foga Romeo -. In 70 anni nessuno mi ha mai trovato con le mani nella marmellata, perché a me la “marmellata” non piace. Non vi daremo la possibilità di mettere in discussione la trasparenza e la correttezza di questa amministrazione. Con le sue parole offende anche il segretario comunale (che di diritto fa parte della commissione che dovrà esaminare i candidati, ndr). E questo non lo consento». Dal canto suo Cutrullà ha rinculato, affrettandosi a elogiare la competenza e la correttezza del segretario Domenico Scuglia, confermato da Romeo all’indomani del suo insediamento ma arruolato dalla precedente amministrazione, quella guidata da Maria Limardo, di cui Cutrullà faceva parte. Un corto circuito che ormai è il leitmotiv di un Comune che oggi vede al governo chi era all’opposizione e viceversa. D’altronde, le stesse scene per episodi del tutto simili, hanno caratterizzato a parti invertite anche gli ultimi 5 anni. Situazione che, al netto delle dichiarazioni di principio, rende molto difficile scagliare la prima pietra.
Prima che l’aria diventasse incandescente, la discussione sul bando della discordia ha visto anche l’intervento decisamente più pacato di Carmen Corrado, che ha criticato principalmente l’attribuzione fino a 70 punti per l’esito del colloquio, a fronte dei 30 punti riconosciuti per i titoli ostentati nei curricula dei diversi candidati: «Mai visto in nessun bando pubblico una sproporzione di questo tipo, che lascia adito a dubbi sulla eccessiva discrezionalità della selezione».
Dal canto suo, Claudia Gioia, sempre per la minoranza, ha invece messo l’accento sulle priorità dell’amministrazione comunale, rimarcando che «nonostante tutte le emergenze e le cose da fare, tra i primi provvedimenti adottati c’è proprio questo bando». «Così non date di certo un buono esempio», ha concluso.
Dai banchi della maggioranza è stato invece il capogruppo del Pd, Francesco Colelli, a replicare e a dare manforte al sindaco, concentrandosi soprattutto sulle parole di Cutrullà, il quale – ha detto – «dovrà chiedere scusa quando la procedura sarà conclusa e sarà individuato il vincitore, che probabilmente non corrisponderà al nome che lui ha in mente». «Siete venuti in Consiglio a fare pesanti insinuazioni – ha continuato Colelli -, mentre avreste dovuto concentravi su questioni di regolarità che anche in commissione non sono emerse perché il bando è legittimo e regolare, e lo sapete».
Alla fine, la proposta di deliberazione avanzata dalla minoranza, che prevedeva l’annullamento del bando, è stata messa ai voti e bocciata dall’Assemblea.