venerdì,Ottobre 25 2024

Anche a Vibo la manifestazione pro Palestina sabato 26 ottobre

Il sit in nato su iniziativa di un comitato spontaneo partirà da piazza 24 maggio alle 10 e percorrerà corso Umberto I e corso V. Emanuele fino all’inizio di piazza Municipio

Anche a Vibo la manifestazione pro Palestina sabato 26 ottobre

Su iniziativa di un comitato spontaneo, è stata organizzata una manifestazione pro Palestina che si svolgerà sabato mattina, 26 ottobre, a Vibo Valentia. Il corteo partirà da piazza 24 maggio (monumento ai Caduti) alle ore 10,00 e percorrerà corso Umberto I e corso V. Emanuele fino all’inizio di piazza Municipio.

«La manifestazione – si legge in una nota del comitato -, al pari di quelle che, nella stessa giornata, si svolgeranno nelle principali città del nostro Paese, vuole esprimere la solidarietà al popolo palestinese, oppresso da tempo immemorabile e sottoposto dopo il 7 ottobre a una punizione collettiva, contraria a ogni norma del diritto internazionale e che si sta trasformando in un vero e proprio genocidio».

Leggi anche ⬇️

Nel documento della manifestazione, che ha avuto un notevole numero di aderenti, si legge tra l’altro: «In dieci mesi si contano circa 45.000 morti, di cui due terzi donne e bambini, ed oltre 90.000 feriti; ma migliaia sono i dispersi, le persone sepolte sotto i palazzi crollati o distrutti dai blindati dell’esercito israeliano, gli orfani, gli ammalati privi di cura e le persone segnate per sempre da questa violenza cieca e totale… Un esercito potente che circonda e invade un minuscolo territorio densamente popolato e che considera ogni civile come terrorista; che al suo passaggio distrugge quanto rimane dei bombardamenti, case, scuole, ospedali, strade, campi, industrie, acquedotti, centrali elettriche, siti archeologici e culturali, università, chiese e moschee; che non consente l’ingresso di acqua, medicinali, alimenti, vaccini, attrezzature mediche, tutti beni essenziali per la popolazione; che costringe quasi un milione e mezzo di persone a vivere da sfollati e a spostarsi continuamente da un angolo all’altro di questa minuscola prigione alla ricerca di un posto che non c’è. Ed ora si continua con il Libano. Come appartenenti al genere umano, prim’ancora che come cittadini, sentiamo l’impellenza di far sentire la nostra voce, di gridare la nostra estraneità ed atrocità che vanno ben oltre quelle di una guerra. E sentiamo, vogliamo credere che tanti come noi siano atterriti dal fiume di immagini e notizie che quotidianamente ci arriva e che cerchino una strada per reagire; noi cittadini, se uniti, abbiamo un grande potere, ma soprattutto abbiamo oggi più che mai il dovere di fare la nostra parte, ad onta di quanti preferiscono rimanere schiacciati e muti».

top