venerdì,Ottobre 25 2024

Rinascita Scott: la Cassazione lascia in regime di carcere duro Salvatore Morelli

A disporre l’applicazione del 41 bis dell’ordinamento penitenziario è stato il Ministero della Giustizia

Rinascita Scott: la Cassazione lascia in regime di carcere duro Salvatore Morelli
Salvatore Morelli

Resta in regime di carcere duro (articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario) Salvatore Morelli, 41 anni, di Vibo Valentia, alias “Turi l’Americano”. La prima sezione penale della Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il suo ricorso avverso l’ordinanza con la quale il Tribunale di Sorveglianza di Roma aveva rigettato il reclamo contro il decreto di proroga del regime penitenziario differenziato deciso per Morelli dal Ministero della Giustizia sin dal dicembre 2022. L’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma – spiega la Cassazione – ha riepilogato gli indici di pericolosità qualificata indicati nel decreto ministeriale – ruolo di vertice già assunto da Salvatore Morelli nel gruppo criminale dei Pardea di Vibo (detti “Ranisi”), piena operatività del sodalizio e intatta sua capacità di controllo del territorio (con peculiare riferimento ad accadimenti di ottobre e dicembre 2019, inerenti a numerosi arresti di esponenti del gruppo e al rinvenimento di un vero e proprio arsenale), persistente capacità del detenuto di interagire con gli esponenti del clan ancora in libertà, nonostante la detenzione”. Tutti elementi ritenuti adeguatamente sintomatici ai fini del mantenimento del regime speciale di restrizione”. Salvatore Morelli il 20 novembre dello scorso anno è stato condannato dal Tribunale di Vibo a 28 anni e 4 mesi di reclusione al termine del processo di primo grado nato dalla maxioperazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata Rinascita-Scott scattata nel dicembre 2019. Morelli, dopo due anni di latitanza, è stato catturato dai carabinieri nel 2021 a Conidoni. Tra io reati per i quali ha riportato la condanna in Rinascita Scott, oltre all’associazione mafiosa vi sono anche quelli di estorsione e detenzione illegale di armi. E’ stato in particolare ritenuto a capo di un’articolazione del clan Pardea, pur essendosi cresciuto criminalmente insieme ai Piscopisani e poi nel gruppo guidato da Andrea Mantella e pur vantando legami parentali con esponenti del clan Lo Bianco quali Leoluca Lo Bianco, alias “U Rozzu” (di recente deceduto e pure lui fra i condannati nel maxiprocesso). Unitamente a Francesco Antonio Pardea e a Bartolomeo Arena (passato nell’ottobre 2019 fra le fila dei collaboratori di giustizia), negli ultimi anni Salvatore Morelli si sarebbe staccato anche dalla ‘ndrina dei Pardea – guidata per la Dda da Domenico Camillò (cl. 41) – per formare un nuovo gruppo criminale operante nella città di Vibo Valentia unitamente a Domenico (Mommo) Macrì.

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