‘Ndrangheta da esportazione in Svizzera, Nesci e Albanese condannati
I due esponenti del clan attivo a Fabrizia condannati a 14 e 12 anni nell’ambito del procedimento scaturito dall’operazione “Helvetia”.
Quattordici anni di carcere per Antonio Nesci e 12 per Raffaele Albanese: è questa la sentenza emessa poco fa dal gup di Reggio Calabria Domenico Santoro. I due, coinvolti nell’inchiesta Helvetia, sono ritenuti colpevoli di associazione mafiosa e in particolare avrebbero far parte di un locale nato e attivo in Svizzera, nella città di Frauenfeld, al cui comando vi era proprio Antonio Nesci, soprannominato «la montagna della Svizzera».
Per l’accusa in Svizzera esisterebbe una cellula di ‘ndrangheta attiva da almeno 40 anni, direttamente collegata alle cosche attive a Fabrizia, nel Vibonese, e nel Reggino. Nesci nel corso delle riunioni di ’ndrangheta avrebbe dettato ed impartito le disposizioni per la conduzione delle attività illecite tipiche del sodalizio criminale incitando i più giovani ad occuparsi del traffico di droga.
Per il gup, le cosche in Svizzera sarebbero propaggini della ‘ndrangheta e quindi alle dipendenze del “Crimine” di Polsi. Insieme all’inchiesta “Crimine”, anche quella denominata “Helvetia” dimostrano l’esistenza e l’operatività, della ‘ndrangheta al di fuori dei confini regionali e nazionali, «una vera e propria colonizzazione». Dalla Calabria alla Lombardia, al Piemonte, alla Svizzera, la ‘ndrangheta è internazionale.