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La rivincita di “Le Corbusier”, l’architetto in guerra con il Comune: «Oggi Vibo si è allagata, la mia piazza no»

Luca Calselli, direttore dei lavori di riqualificazione a Santa Maria, affida ai social un malmostoso post anche se ha già presentato la variante progettuale per eliminare gli errori riscontrati: «Contro di me infamie, insulti, minacce, calunnie, diffide e strumentali manipolazioni»

La rivincita di “Le Corbusier”, l’architetto in guerra con il Comune: «Oggi Vibo si è allagata, la mia piazza no»
La foto che l'architetto Calselli ha pubblicato a commento del suo post su Facebook

Ha sassolini molto acuminati nelle scarpe l’architetto Luca Calselli, direttore dei lavori dell’intervento di riqualificazione di piazza Santa Maria (o piazza Razza, secondo l’odonomastica). Sassolini, tanti e fastidiosi, che ha deciso di togliersi in un giorno di particolare difficoltà per la città di Vibo Valentia e il resto della Calabria, travolte da una eccezionale ondata di maltempo che sta facendo danni ovunque. Ma l’architetto romano, che si è paragonato implicitamente a Le Corbusier («anche lui fu criticato»), approfitta dell’occasione per rivendicare la bontà del progetto che supervisiona e che ha sollevato un mare di polemiche a causa di alcuni dislivelli che ora saranno corretti grazie a una variante che lui stesso ha presentato dopo innumerevoli sollecitazioni e ultimatum da parte del Comune di Vibo.

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«C’è una città del meridione d’Italia oggi quasi completamente allagata – scrive Calselli, rivolgendosi urbi et orbi attraverso il suo profilo social -, con fiumi d’acqua ovunque e tombini che esplodono. In quella città, una piazza non si è allagata e non ha allagato i negozi prospicienti ai marciapiedi, drenando e restituendo al terreno tutta l’acqua piovuta dal cielo, come l’etica professionale e il buon senso impongono, a chi progetta una piazza, e (dovrebbero imporre) a chi amministra una città, soprattutto in un’epoca di grande sensibilizzazione sui cambiamenti climatici. Non una goccia d’acqua, che il cielo ha mandato su quella piazza, è andata a intasare le condotte. Lei si asciuga, mentre ancora piove, consentendo di passeggiare, pure con l’ombrello, in uno spazio senza pozzanghere e senza rivoli».

Insomma, come Le Corbusier, genio franco-svizzero che ha rivoluzionato l’urbanistica del ‘900, anche Calselli si sente ingiustamente bistrattato. E per chi avesse dubbi, precisa riferendosi a se stesso in terza persona: «Sto parlando della piazza e dell’architetto che, da settimane, sono sepolti da una valanga di fango, vittime di derisioni, infamie, insulti, minacce, calunnie, diffide e improvvide e strumentali manipolazioni. Confido nel tempo galantuomo, che li riabiliterà, non permettendo che la verità rimanga sepolta, per troppo tempo, sotto quella valanga di fango».
Mamma mia, che esagerazione. In fin dei conti di due scalini in più si sta parlando, quelli che servono per eliminare il dislivello che preoccupa residenti e Amministrazione comunale. Chissà che con la pioggia non venga giù anche un po’ di umiltà, che non fa mai male a chi è impegnato a trovare le misure giuste.

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