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‘Ndrangheta: processo “Costa Pulita” a Vibo, il potere dei clan su Parghelia

Ricostruiti in aula alcuni episodi sintomatici, secondo l’accusa, dell’arroganza mafiosa della cosca Il Grande. Gli imputati sono 49

‘Ndrangheta: processo “Costa Pulita” a Vibo, il potere dei clan su Parghelia
Pantaleone Mancuso detto “Scarpuni”

E’ stata la volta del teste Francesco Parisi, già responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Parghelia, nel processo nato dall’operazione “Costa Pulita” il cui troncone con rito ordinario si sta celebrando in Tribunale a Vibo Valentia. Dinanzi al Collegio presieduto dal giudice Giulio De Gregorio (a latere Brigida Cavasino e Claudia Caputo), il teste ha risposto alle domande del pm della Dda, Andrea Mancuso, ripercorrendo l’episodio che l’ha visto vittima nell’aprile del 2009. Mentre si trovava sul posto di lavoro al Comune di Parghelia, sarebbe stato pesantemente minacciato – con il lancio violento dei suoi stessi occhiali da sole che gli hanno provocato delle ferite – da parte di Carmine Il Grande, 60 anni, del luogo. Il tecnico comunale si era legittimamente rifiutato di rilasciare un’autorizzazione avente ad oggetto il rinnovo di una concessione demaniale ad un chiosco in località “Milio”, all’interno del villaggio “Sabbie Bianche”, intestata al nipote di Carmine Il Grande, vale a dire Filippo Il Grande (cl.’86) e sarebbe stato per questo minacciato affinché rilasciasse il richiesto provvedimento.“Il giorno dopo tale episodio – ha ricordato in aula Francesco Parisi – il tecnico comunale Domenico Imbalzano si è dimesso dall’incarico. Ricordo che per uscire dall’ufficio dove si era portato Carmine Il Grande, mi sono dovuto fare spazio poiché la porta era presidiata da Egidio Il Grande che già si occupava di alcuni lavori per il Comune con una sua ditta. Dell’episodio informai i carabinieri ed anche la Prefettura di Vibo Valentia”. Carmine Il Grande è stato già condannato in primo grado con rito abbreviato a 10 anni di reclusione quale capo dell’omonimo clan di Parghelia. Altri 8 anni sono stati inflitti a Ferdinando Il Grande. Prima di Francesco Parisi avevano deposto Michele Purita (già titolare di un istituto di vigilanza) in ordine ai suoi rapporti con Francesco Capano, e Pasquale Landro in ordine ad un incidente stradale contro Carmine Il Grande, seguito dagli spari contro l’abitazione dello stesso Landro a Zambrone il 7 novembre del 2010. [Continua dopo la pubblicità]

Pino Bonavita catturato a Praga
Pino Bonavita

Nel processo “Costa Pulita” in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia sono imputati in 49. Si tratta di: Francesco Giuseppe Bonavita, detto “Pino” (cl. ’46) di Briatico; Giuseppe Armando Bonavita (cl. ’79), di Briatico, figlio di Pino; Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, (cl. ’61), di Limbadi; Nazzareno Colace (cl. 64), di Portosalvo; Greta Accorinti (cl. ’87), di Briatico, figlia del presunto boss Antonino Accorinti; Domenico Mancuso (cl. ’75), di Limbadi, figlio del boss Giuseppe Mancuso detto “‘Mbroghja”; Pasquale Quaranta (cl. 63), di Santa Domenica di Ricadi; Egidio Il Grande (cl. 64), di Parghelia; Filippo Niglia (cl. ’60), imprenditore di Briatico, attivo nel settore della navigazione per le isole Eolie; Pasquale Puglia (cl. ’74) di Polla (Sa); Francesco Pugliese (cl. ’64), nativo di Spilinga, ma domiciliato a Mesiano di Filandari; Giuseppe Evalto (cl. ’63), imprenditore originario di Spilinga; Andrea Granato (cl. ’92), di Briatico; 

Domenico Mancuso

Emanuele Granato (cl. 88), di Briatico; Adriano Greco (cl. ’82), di Briatico; Domenico Marzano (cl. ’66), di Briatico, avvocato e già assessore comunale ai Lavori pubblici del Comune di Briatico; Gennaro Melluso (cl. ’70), ex assessore di Briatico; Francesco Crigna (cl. ’70), già vicesindaco del Comune di Parghelia; Roberto Caruso (cl. ’55), di Cosenza, proprietario del complesso residenziale di Briatico denominato “La nave” sito in località “Brace”; Aldo Gallucci (cl. 55), di Vibo Valentia, dipendente della Capitaneria di Porto di Vibo Marina; Leonardo Russo (cl. ’70) di Zambrone; Saverio Sergi (cl. ’58) di Briatico; Francesco Zungri (cl. ’60), di Briatico; 

Nazzareno Colace

Marino Luciano Artusa (cl. ’61), di Filandari; Michele Fusca, detto “Lello”, (cl. ’42), di Vibo Valentia, imprenditore attivo nel settore edile e delle costruzioni, accusato di violenza privata aggravata dalle modalità mafiose; Alessandra Borello (cl. ’84), di Briatico, nipote del presunto boss di BriaticoAntonino Accorinti, e moglie di Francesco Marchese di Briatico; Marco Borello (cl. ’74), di Briatico, accusato di essere il “titolare” formale della squadra di calcio “Asd Briaticese” il cui reale proprietario occulto sarebbe, secondo la Dda, Antonino Accorinti; Francesco Capano (cl. ’72), nato a Vibo Valentia; Pantaleone Costantino (cl. ’57), di Limbadi; Francesco Daniele (cl. 58) di Argusto (Cz); Massimo Fortuna (cl. ’76), di San Gregorio d’Ippona, titolare di una ditta che si era aggiudicata il servizio di refezione scolastica a Briatico nel 2011; Giuseppe Garrì (cl. ’72) di San Costantino di Briatico, detto “Peppe u Papa”; Francesco Grillo (cl. ’79) di Paradisoni di Briatico, titolare di una ditta attiva nel commercio all’ingrosso della frutta; Giuseppe Lo Gatto (cl. ’71) di Briatico, titolare dell’omonima ditta individuale che gestiva “Il Mulino della Rocchetta” di Briatico, ristorante per la Dda “facente capo e riconducibile alla cosca Accorinti”; 

Giuseppe Evalto

Salvatore Loiacono (cl. ’67), di Zambrone; Simone Loiacono (cl. ’89), di Briatico, accusato di essere il titolare formale del “Bar Jolly” per conto dei fratelli Emanuele e Simone Melluso di Briatico; Gregorio Loiacono (cl. ’58) di Briatico; Domenico Marchese (cl. ’79), alias “Banana”, di Tropea, titolare dell’omonima ditta di installazione di impianti idraulici e condizionamento a Ricadi (è indagato per armi ed è ritenuto dalla Dda vicino al clan Il Grande di Parghelia); Francesco Melluso (cl. ’70) di Briatico; Antonio Napoli (cl. ’44) di Briatico; Caterina Nicolino (cl. ’77) di Milano, accusata di essere stata per un certo periodo socia ed amministratrice di una società che gestiva un villaggio turistico “per conto sia di Bonavita Francesco Giuseppe che di Accorinti Antonino”; Salvatore Pandullo (cl. ’87) di Seregno, sposato con Greta Accorinti, figlia di Antonino Accorinti; Loredana Pappalo (cl. ’71), di Magenta (Mi), convivente di Francesco Piccolo; Francesco Piccolo (cl. ’74) di Tropea, ma residente a Magenta (Mi); Michele Salerno (cl. ’46), di Cutro (Kr); Antonino Staropoli (cl. ’82), titolare di fatto per la Dda dell’agenzia immobiliare “Progetto Casa” di Briatico; Francesco Tripaldi (cl. ’52),di Limbadi; Stefangregorio Tripaldi (cl. ’79) di Limbadi; Giuseppe Vangeli (cl. 61) di Longobardi, frazione di Vibo Valentia; Claudia Barbuto, 45 anni, di Vibo Valentia; Domenico Simonelli, 36 anni, di Tropea, detto “Ballotu”; Antonio Merenda, 57 anni, di Spilinga.

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