giovedì,Ottobre 17 2024

Il futuro della mobilità milanese ha origini vibonesi: l’ingegnere della nuova Linea blu della metropolitana è Guido Mannella

Nipote dell'indimenticato presidente del Catanzaro calcio Nicola Ceravolo di Soriano che negli anni '70 fece approdare la squadra in serie A, sogna di tornare in Calabria per contribuire alla crescita del territorio

Il futuro della mobilità milanese ha origini vibonesi: l’ingegnere della nuova Linea blu della metropolitana è Guido Mannella
Guido Mannella (secondo da sinistra) insieme al sindaco Sala e al ministro Salvini

Il 12 ottobre il sindaco di Milano Beppe Sala e il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini hanno inaugurato l’apertura della linea M4, la nuova “Linea blu” che attraversa la città da est a ovest, collegando Linate al centro della città in 12 minuti: 21 fermate, 15 chilometri, 6 interscambi e una frequenza di esercizio di 90 secondi negli orari di punta. Il parco veicoli è composto da 47 treni bidirezionali, tutti di colore blu (da qui il nome della nuova linea), di cui 32 sono stati costruiti nel modernissimo stabilimento Hitachi di Reggio Calabria.

Insieme al sindaco di Milano e al ministro Salvini, alla cerimonia era presente anche Guido Mannella, l’ingegnere che, dopo aver lavorato a Roma per l’ampliamento dello scalo aeroportuale di Fiumicino, della stazione Termini e della terza corsia del Raccordo anulare, è recentemente balzato agli onori della cronaca nazionale per essere stato il project manager della società che ha realizzato la linea 4 della metropolitana milanese. Un impegno enorme e costante che però non ha mai fatto dimenticare all’ingegnere Mannella le sue radici calabresi, di cui va fiero.

Catanzarese, è nipote dell’avvocato Nicola Ceravolo, storico presidente del Catanzaro calcio originario di Soriano Calabro (VV), che, negli anni ’70, sotto la sua guida, fu la prima squadra calabrese ad approdare in Serie A. Indelebile il ricordo del nonno in un’intervista rilasciata al giornale Catanzaroinforma: «Mio nonno è stato sempre un punto di riferimento per me, forse anche uno stimolo a essere una persona migliore. Ho a lungo portato il peso e il timore di non essere alla sua altezza; solo oggi comprendo fino in fondo che lui è stato grandissimo e che non è possibile paragonarsi a persone di quello spessore. Di lui ho sempre ammirato l’integrità morale, la capacità decisionale, la velocità nel trasformare il pensiero in azione e anche nella vita professionale ho cercato di mettere in atto questi suoi insegnamenti; mi rivedo molto in lui». Guido Mannella non si ritiene un “cervello in fuga” e il suo sogno è quello di tornare in Calabria per contribuire alla sua crescita, dichiarando di essere «calabrese sempre e comunque, nell’anima, e di esserne fiero».

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