«Per favore, portate via i rifiuti e create un parco giochi per noi»: il VIDEO con cui i bambini dell’area industriale di Vibo denunciano il degrado della zona
Pochi secondi per chiedere che la discarica a cielo aperto a due passi dall’aeroporto militare venga eliminata. In quell’area tanti vanno a fare jogging tra immondizia e buche, ma l’incuria avanza e tra poco neppure i più coraggiosi potranno avvicinarsi
Quando li vedi correre e allenarsi tra i rifiuti ti chiedi: “Ma davvero, nel 2024, quasi 2025, le cose da queste parti vanno ancora così?”. Domanda retorica che ha un’unica, disarmante risposta: “Sì, vanno proprio così”. Nell’estrema periferia sud di Vibo, quella definita ampollosamente “area industriale”, nei pressi dell’incrocio che da una parte conduce verso Mileto e dall’altra conduce al Monte Poro e a Tropea, c’è una “piazza” (poco più di un parcheggio nel nulla) che è diventata una discarica a cielo aperto. A due passi dall’aeroporto militare, tra vie che sembrano senza nome e capannoni industriali più o meno abbandonati, c’è questo slargo presidiato da una statua di Padre Pio, che guarda immobile lo scempio.
Qui, incredibilmente, molti cittadini vengono a fare jogging. Qualcuno corre, qualcuno cammina veloce per assecondare le prescrizioni del medico. Poi ci sono i bambini, anche quelli di qualche scuola calcio o quello che è, che in questo posto hanno trovato un po’ di spazio per allenarsi sull’asfalto sbrecciato ma lontano dalle auto. E lo facevano, finché il degrado non ha avuto il sopravvento e quella piazza, che piazza non è, è diventata una discarica abusiva con materassi sporchi, frigoriferi rotti, copertoni d’auto, mobili tirati via da chissà quale ristrutturazione e buste della spazzatura gettate da chi è convinto che fatto 30 si possa fare anche 31, e chi se ne frega del resto del mondo.
Poi a Il Vibonese arriva un video (quello che vi proponiamo) dove alcuni bambini chiedono, non si sa neppure bene a chi (Nucleo industriale? Comune?), di liberarli dai rifiuti e di fare di quella non-piazza una piazza vera, magari attrezzata con un’area giochi, un percorso fitness. Ma prima di ogni cosa chiedono che qualcuno venga a togliere i rifiuti, chiedono che qualcuno tiri via la monnezza e riporti quello spicchio di territorio vibonese nel mondo civilizzato. E dicono pure “grazie”. In anticipo.