giovedì,Novembre 21 2024

Lo spaventoso degrado che attanaglia il castello di Vibo e la scalinata di Sant’Antonio: da “vicoli divini” a vicoli d’inferno – VIDEO

Le immagini che ci ha inviato un lettore testimoniano lo stato di abbandono in cui versano alcuni dei luoghi più iconici e antichi della città. Un turista che si avventurasse da queste parti andrebbe via con un ricordo davvero indelebile

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Il degrado delle vie d'accesso al Castello di Vibo

È un degrado che spaventa quello che può incontrare chi si avventura nel centro storico di Vibo, magari per fare un po’ di moto dandosi come meta il castello Normanno Svevo che svetta sulla città.
È un degrado non degno di una città così antica, che dovrebbe curare come gioielli i suoi luoghi più suggestivi e iconici. Eppure, nelle immagini che ci manda un nostro lettore, è drammaticamente evidente lo stato d’abbandono in cui versa la scalinata di Sant’Antonio, che si inerpica sulla collina dove sorge il nucleo urbano antico. La scalinata, sporca e danneggiata in più punti, fiancheggia un altro gioiello architettonico e storico ormai quasi dimenticato, la ottocentesca Villa Gagliardi, in passato considerato il più completo giardino botanico della Calabria e oggi decadente e silente simbolo di mille promesse mancate.

Su, in cima, c’è il castello, che ospita anche il Museo nazionale Vito Capialbi, all’interno del quale sono custoditi alcuni reperti unici del passato millenario di questo territorio, come la Laminetta aurea, scoperta proprio a Vibo nel 1969. Un rarissimo esempio di testo orfico inciso su una foglia d’oro, risalente al V secolo avanti Cristo, che veniva utilizzato nelle sepolture rituali. Ma un turista che volesse dare un’occhiata a questa testimonianza di 2500 anni fa, per raggiungere il museo dovrebbe inevitabilmente “ammirare” prima i numerosi rifiuti abbandonati ai lati della strada che conduce al castello.

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Eppure, recentemente, il grande successo della kermesse enogastronomica Vicoli diVini ha dimostrato ancora una volta che il centro storico di Vibo ha un enorme potenziale da esprimere, se tutelato e valorizzato. A patto che una volta spente le luci dei rari eventi che vengono ospitati in città, non si ricominci a camminare all’indietro come i gamberi.

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