Violazione della sorveglianza, Cassazione conferma condanna per esponente clan di Vibo
È imputato anche nel maxiprocesso Rinascita Scott dove in primo grado è stato condannato a 18 anni di reclusione
La prima sezione penale della Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso di Raffaele Pardea, 65 anni, di Vibo Valentia, avverso la sentenza di condanna della Corte d’Appello di Catanzaro del 24 febbraio 2023 dei condanna a 8 mesi di reclusione per il reato di violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Quale soggetto sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale per la durata di due anni – come da provvedimento del 5 aprile 2017 del Tribunale di Vibo – è rimasto accertato, fa notare la Cassazione in sentenza, che “Raffaele Pardea aveva violato le prescrizioni impostegli; in particolare, dal 2 maggio 2017 al 21 ottobre 2018 era stato sorpreso in compagnia di soggetti pregiudicati in otto occasioni diverse (il 2 maggio e il 10 dicembre 2017 con Fortuna Ippolito Andrea, il 16 ottobre 2017, il 5 e il 23 febbraio, il 21 settembre e 1’8 ottobre 2018 con D’Ascoli Pasquale, il 21 ottobre 2018 con Trimboli Giacomo)”. L’inammissibilità del ricorso ha portato la Suprema Corte a condannare Raffaele Pardea anche al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila euro da versare nella Cassa delle ammende.
Raffaele Pardea è attualmente in attesa del processo di secondo grado nell’ambito dell’operazione Rinascita Scott dove figura tra i principali imputati avendo riportato una condanna in primo grado a 18 anni di reclusione quale esponente di vertice dell’omonimo clan di Vibo Valentia.
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