domenica,Febbraio 16 2025

Gioco d’azzardo online, le anomalie del business milionario nel Vibonese: a Stefanaconi gli affari valgono più del bilancio comunale

Numeri mostruosi per un settore (quasi) fuori dal controllo. Ecco perché i dati sono alti nelle località turistiche come Tropea e Ricadi e il fenomeno viene legato al riciclaggio di denaro

Gioco d’azzardo online, le anomalie del business milionario nel Vibonese: a Stefanaconi gli affari valgono più del bilancio comunale

A Stefanaconi si spendono più di 14 milioni di euro all’anno per il gioco d’azzardo online mentre il bilancio del Comune chiude intorno ai 9 milioni. Un dato allucinante che forse rende ancora meglio l’idea rispetto all’altro, pauroso, della raccolta pro capite d’azzardo da remoto: nel 2023 sono stati 9mila euro contro i 4mila dell’anno precedente.

I numeri del rapporto Federconsumatori sono il punto di partenza per un’analisi che non può fermarsi alla ludopatia. La diffusione dell’azzardo online nei piccoli comuni italiani (tra 2mila e 10mila abitanti) ha aspetti paurosi e apre a domande inquietanti sul legame tra questo fenomeno e il riciclaggio di denaro sporco.

Numeri mostruosi: mercato muove 35 milioni a Praia, a Ricadi sono 22,8

Altri dati monstre: a Praia a Mare (raccolta pro capite: 7.500 euro) il mercato dell’azzardo online muove più di 35 milioni di euro. Il business a Ricadi vale 22,8 milioni (6.200 euro per abitante); San Lorenzo del Vallo (6.100 euro pro capite) quasi 14 milioni; a San Luca 13,5 milioni; a Lungro (dove si spendono 5.800 euro pro capite) più di 9, per fermarci ai centri in cui la quota pro capite di “investimento” sul gioco online è più elevata.

Sono schegge di un fenomeno vasto e immerso nell’opacità (anche) perché i soldi dell’azzardo servono eccome. Federconsumatori non lo nasconde: «In questi anni è stato una “risorsa” in caso di terremoti e alluvioni; rischia di diventarlo anche a fronte di finanziarie che tagliano i trasferimenti agli enti locali. Tutto questo nonostante i gravi problemi di legalità che ci sono, innegabilmente, attorno al gioco legale, a partire dal riciclaggio di capitali sporchi». Sono tante le anomalie disseminate nel Paese, con qualche conferma per il Sud e sospetti exploit nel Nord Est. Il primo paradosso è in Veneto. La provincia di Padova è quella in cui si spende meno: 960 euro, lontanissimi dagli oltre 3.200 di Messina, Palermo e Siracusa. Eppure è proprio in provincia di Padova il comune dove si è giocato di più online nel 2023. Ad Anguillara Veneta nel 2022 si registrava un dato di poco superiore a quello provinciale, 1.231 euro. Nel 2023 sono spuntati all’improvviso 40 milioni di euro che hanno portato il piccolo comune all’incredibile media pro capite di 13.073 euro per ogni abitante tra 18 e 74 anni, quasi 14 volte la media provinciale. Ogni abitante di Anguillara ha così investito nell’azzardo online quasi 1.100 euro mensili. Un dato “impossibile” a meno che non si vogliano ipotizzare effetti diversi da un’epidemia di ludopatia.

Succede anche a Calliano, provincia di Trento, 2.038 abitanti, che passa dai 1.196 euro del 2022 ai 12.749 euro del 2023, 12 volte la media provinciale. Chiude il podio Moniga del Garda con 11.402 euro, ma anche i numeri dell’anno precedente erano vistosi, con 6.783 euro.

Il gioco online nelle regioni a più alta concentrazione mafiosa

Al netto delle stranezze al Nord, il nero nella mappa della diffusione dell’azzardo è concentrato nelle regioni meridionali «a maggiore concentrazione della malavita organizzata». Nell’elenco dei comuni che fanno registrare almeno il doppio della media nazionale sono dieci i Comuni palermitani, nove quelli di Messina e Lecce, otto di Cosenza, sette di Napoli, sei di Salerno e cinque di Vibo Valentia. Il legame tra mafie e azzardo non è una novità. Era già stampato in neretto nel Libro Nero 2024: «In Italia una quota consistente dell’azzardo legale online è da far risalire, con evidenza, all’utilizzo di questo canale, da parte delle mafie, come modalità di riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Con prudenza ne stimiamo l’entità in 16-18 miliardi, il 20-22% delle giocate complessive online».

Il motivo principale è la “convenienza” del gioco online: «Ogni 100 euro giocati ne tornano al giocatore mediamente 94, contro i circa 70-75% dei giochi fisici», per questo «ha probabilmente assorbito una parte del riciclaggio esercitato nel passato attraverso AWP e VLT (cioè le videolottery, ndr)».
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