ESCLUSIVO | Ecco la condotta fognaria di Vibo che riversa liquami nel Sant’Anna: foto e video di uno scempio che nessuno vede
Per tutta l’estate ha continuato ad alimentare il torrente che sfocia a Bivona e continua a farlo. Il Vibonese l’ha scoperto con un sopralluogo in una zona impervia ma a due passi dalle ultime case della città affacciate sul ripido pendio che conduce alla costa
L’hanno cercata ovunque quella perdita fognaria infame che ha inquinato (e continua a farlo) il mare di Bivona, trasportata fino alla costa di Vibo Marina dal torrente Sant’Anna. Per tutta l’estate schiere di tecnici, amministratori comunali e agenti in divisa hanno risalito il torrente, sporcandosi di fango, sbuffando e sudando, imprecando probabilmente contro la martellante attenzione mediatica. Quella perdita l’hanno cercata e credevano anche di averla trovata. Era il 10 luglio quando il sindaco di Vibo, Enzo Romeo, annunciò con comprensibile soddisfazione che «l’Ufficio tecnico del Comune ha individuato la rottura di un tratto della vecchia tubazione, sita alla profondità di circa quattro metri, che recapita una quota di liquami di Vibo al depuratore Silica». Il primo cittadino, dunque, dopo aver informato la stampa che era stato «effettuato un pronto intervento», concluse che «eventuali momentanee problematiche di carattere ambientale sarebbero verosimilmente riconducibili proprio a tale sversamento».
Ma, nonostante l’ottimismo, il Sant’Anna continuò imperterrito a vomitare liquami nel mare di Vibo Marina. Tanto che il 16 agosto, un mese dopo, dalla Procura di Vibo arrivò la notizia che era stato aperto un fascicolo contro ignoti sulle ipotesi di inquinamento ambientale e sversamenti illeciti. Da allora, la situazione non è cambiata, i divieti di balneazione hanno scandito forse la peggiore estate che Bivona ricordi e la fine della stagione turistica ha messo la sordina a un problema che non è stato mai risolto.
La condotta che inquina la collina e il mare
E allora siamo andati noi de Il Vibonese a cercarla quella condotta rotta. Ed eccola. La documentiamo in queste foto e in questo breve filmato, dopo un sopralluogo effettuato in un’area impervia ma vicinissima alla città, ai margini delle ultime case che sorgono nel quartiere Cancello rosso. Qui, tra i rovi, alla base di un alto muro di contenimento, una grande tubatura secondaria del sistema fognario cittadino perde da una profonda spaccatura.
Se fosse integra, i liquami raggiungerebbero un pozzetto di servizio poco distante e poi, da lì, verrebbero incanalati verso l’impianto Silica, più in basso, dove entrerebbero nel ciclo depurativo. Invece, si riversano nel terreno ormai saturo, che trasuda in vomitevoli rivoli che si ricongiungono e scorrono nei fossi che costeggiano la strada rurale, fino a formare pozze di fogna che poi tracimano nel Sant’Anna.
«Ogni tanto viene qualcuno, controlla e va via»
Nella zona incontriamo un agricoltore che da tempo immemorabile denuncia lo scempio ambientale: «Sono almeno 10 anni che in questa zona le fogne si infiltrano nei terreni e poi arrivano a valle, fino a Porto Salvo. Ogni tanto viene qualcuno, valuta la situazione e dice che è molto complessa, perché le tubature sono state ingoblate nelle proprietà private e, in pratica, hanno le mani legate. Così, rimandano sempre. Intanto i liquami inzuppano la montagna e prima o poi qui franerà tutto».
Si fa presto a dire Silica
Il paradosso è che il più sospettato è probabilmente innocente: il depuratore Silica, come hanno dimostrato le reiterate analisi di questa estate, funziona. Quando si pensa all’inquinamento del Sant’Anna è il primo indiziato. Magari non sarà un fulgido e moderno esempio di infrastruttura pubblica, ma l’acqua che riversa (legittimamente) nel letto del Sant’Anna al termine del ciclo depurativo dei liquami, è pulita. Lo dicono le analisi e lo dice anche il sindaco Romeo, che il 14 agosto effettuò un sopralluogo insieme ai tecnici del Comune, dell’Arpacal e del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria. Un controllo dal quale «non sono emerse anomalie nel funzionamento dell’impianto».
Insomma, si fa presto a dire Silica, che forse ha l’unica colpa di contribuire con gli scarichi depurati alla portata del torrente, che trasportano in mare quello che trovano accumulato da anni nell’alveo. Ma la verità è che quella collina è un colabrodo di fognature a cielo aperto. E forse, prima che si replichi nel 2025 un’altra estate come quella che si è appena conclusa, sarebbe il caso di mettersi di buzzo buono per risolvere una volta per tutte il problema.