Dimensionamento scolastico, la Cgil scrive alla Regione Calabria
Aperte critiche sollevate all’indirizzo del provvedimento varato dalla Provincia. Evidenziato, tra le altre cose, il caso dell’immobile confiscato alla ‘ndrangheta e negato al Liceo “Morelli-Colao”
Il Piano di Dimensionamento scolastico varato dalla Provincia continua a far discutere esponenti politici e organizzazioni di categoria. E’ il caso dell’intervento della Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil che, tramite la responsabile territoriale vibonese, Teresa Procopio, ha interessato del caso la dirigente al ramo della Regione Calabria esprimendo la «totale disapprovazione delle scelte e dei criteri nella formulazione del Piano, con particolare riguardo a quanto accaduto sulla scellerata decisione assunta per l’immobile confiscato alla criminalità organizzata».
Il riferimento è alla richiesta avanzata dal dirigente del Liceo “Morelli-Colao” di Vibo Valentia, Raffaele Suppa, per l’acquisizione del centro “Elefante rosso” di Nicotera Marina, immobile sottratto alla cosca Mancuso. Per il sindacato si è trattato di un «atto di irresponsabilità politica che non trova giustificazione alcuna quando si perseguono, soprattutto dalle istituzioni pubbliche, i valori della legalità e della conoscenza». E, ancora, «si è persa una grande opportunità per dimostrare l’autorevolezza dello Stato nell’imperitura lotta alla ‘ndrangheta, consegnando alla collettività vibonese l’esempio e la speranza di poter cambiare qualcosa».
Quindi, la rassicurazione che «come Cgil, investiamo tutte le autorità Istituzionali e politiche affinché si possa ancora recuperare la disponibilità del bene confiscato ed elevarlo a tempio della cultura scolastica, per il riscatto della legalità ed il futuro dei nostri giovani studenti».
Dimensionamento scolastico, Piserà all’attacco: «Scelte orientate da interessi particolari»
Nella missiva inviata alla Regione, la Flc-Cgil spiega che il Piano «non ha affatto trovato l’accordo delle sigle sindacali, così come invece affermato nelle premesse della stessa delibera. Parte del suo contenuto non è stato neanche oggetto dell’informativa e le sigle sindacali pertanto non hanno potuto esprimere nessun giudizio in merito, sia esso positivo che negativo.
Nei vari incontri le sigle sindacali presenti hanno affermato che «se i numeri avessero potuto consentire il mantenimento delle autonomie scolastiche, avrebbero preferito che non venisse modificato niente al fine di non far sopprimere posti di lavoro, per una regione e una provincia come quella di Vibo Valentia, dove la predita di tantissimi altri posti lavoro ha causato negli ultimi tempi una crisi profonda che ha messo in ginocchio l’intera economia locale. Così come – incalza la Procopio- la nascita di una nuova autonomia scolastica, come quella dell’Istituto comprensivo di Zungri, verrebbe accolta positivamente se questa però non fosse fonte di indebolimento di altre autonomie: così come succederà all’IC di Tropea e all’IC di Ricadi che rimangono con un numero risicato di alunni al limite del mantenimento della soglia prevista per il mantenimento della loro autonomia».
Per il sindacato «una diversa aggregazione di comuni e scuole avrebbe avuto un maggiore consenso e un minore impatto negativo per il mantenimento di più autonomie scolastiche, e le organizzazioni sindacale avrebbero potuto dare un loro contributo se solo fossero state informate di ciò che la Provincia aveva già, probabilmente, stabilito di fare. Il Piano così deliberato, quindi, produrrà una serie di tagli del personale Ata che la Provincia non può trascurare e sottovalutare».
Quindi la richiesta conclusiva tesa all’istituzione di una sezione staccata del Liceo Morelli-Colao nel comune di Nicotera «utilizzando il bene confiscato alla mafia, dove tra l’altro un’ingente somma è già stata impegnata per l’adeguamento e per attrezzature (laboratorio musicale e di cinematografia). Il modo più efficace per utilizzare i beni confiscati è fare scuola, accogliere i ragazzi, gli immigrati, combattere la dispersione e restituire il bene alla piena fruizione della comunità».
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