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Processo Maestrale, le ingerenze del clan Accorinti sulle elezioni comunali di Briatico tra intimidazioni e richieste di denaro

Il racconto del collaboratore di giustizia su quatto elezioni amministrative: 2003, 2005, 2014 e 2020. I presunti incontri con l’ex sindaco Niglia, i voti e il sostegno elettorale per i politici sino all’attuale amministrazione

Processo Maestrale, le ingerenze del clan Accorinti sulle elezioni comunali di Briatico tra intimidazioni e richieste di denaro
Nei riquadri Antonio Accorinti e il padre Nino
Antonio Accorinti

Le elezioni comunali a Briatico e l’ingerenza dei clan nel racconto del collaboratore di giustizia, Antonio Accorinti, che ha ripreso a deporre oggi nel maxiprocesso nato dalle operazioni Maestrale-Carthago, Olimpo e Imperium. Rispondendo alle domande del pm, Antonio De Bernardo, il collaboratore ha riferito al Tribunale collegiale di Vibo Valentia sulle elezioni comunali del 2005, del 2010 e del 2015 partendo dal riconoscimento fotografico di Andrea  Niglia, ex sindaco di Briatico ed ex presidente della Provincia, imputato nel troncone dell’abbreviato di Maestrale-Carthago.

“Andrea Niglia, ex sindaco di Briatico, è cugino con Gregorio Niglia, quest’ultimo legato al boss Giuseppe Accorinti di Zungri. Il nostro gruppo si è sempre interessato di politica a Briatico. Mio padre Antonino – ha ricordato il collaboratore – è stato infatti assessore e consigliere comunale e mio zio Vincenzo anche vicesindaco sino al 2003 quando il Consiglio è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Nel periodo delle elezioni del 2005 io ero fidanzato con una cugina di Andrea Niglia e per questo lui frequentava casa mia. Lui stava preparando una lista e ci sono stati dei contatti poiché Andrea Niglia voleva coinvolgerci per non farci allestire altre liste concorrenti alla sua. Il nostro gruppo – ha spiegato Accorinti – decise però di sostenere la lista, che abbiamo contribuito a formare, con candidato a sindaco l’avvocato Giacomo Franzoni in quanto era il legale del marchese Bisogni che aveva il Mulino della Rocchetta dove la mia famiglia controllava le guardianie. Franzoni era anche legato a Costantino Trimboli ed Enzo Calafati. Andrea Niglia nell’occasione si avvicinò quindi al cugino Gregorio Niglia per avere l’appoggio del clan di Zungri. Mi padre rimase sorpreso dalle interferenze di Peppe Accorinti sulle comunali di Briatico e sul suo sostegno ad Andrea Niglia. Ci fu così un confronto chiarificatore tra i due e Peppe Accorinti disse a mio padre che qualunque lista avesse vinto le elezioni, noi dei clan avremmo comunque vinto. Come Accorinti di Briatico – ha ricordato ancora il collaboratore – nelle comunali del 2005 non ci siamo impegnati più di tanto nel sostenere la lista di Franzoni come invece hanno fatto Gregorio Niglia e Peppe Accorinti con quella di Andrea Niglia. Uno dei candidati della lista di Franzoni, un ragazzo di San Leo di Briatico che aveva un’agenzia immobiliare in piazza a Briatico, ha anzi ricevuto una testa di capretto quale intimidazione. Tale candidato si chiama Roberto Fiamingo ed è stato direttamente Andrea Niglia a dirmi – ha continuato Accorinti – che non era la prima volta che Gregorio Niglia faceva ricorso a tali intimidazioni e che aveva agito su input dello stesso Andrea Niglia”.

Altra intimidazione ricordata dal collaboratore ha invece riguardato i colpi di pistola esplosi all’indirizzo dell’auto dell’avvocato Giacomo Franzoni, all’epoca consigliere comunale di minoranza a Briatico con sindaco Andrea Niglia. Mio cognato, Salvatore Muggeri, mi disse che a sparare era stato Pasquale Lo Riggio”. In tale consiliatura – dal 2005 al 2010 – ad avviso di Antonio Accorinti, l’allora sindaco “Andrea Niglia gestiva tutto per conto suo e non dava conto a noi Accorinti. Tutti gli appalti, per un accordo tra Andrea Niglia e Gregorio Niglia, finivano a Giuseppe Granato che era vicino a Peppone Accorinti ed al tempo era intimo amico di Andrea Niglia. Solo successivamente Giuseppe Granato si è avvicinato alla mia famiglia entrando in una società con mia sorella”.

Le elezioni comunali a Briatico del 2010

Francesco Prestia

Terminata la prima consiliatura con sindaco Andrea Niglia, alle elezioni comunali del 2010 il clan Accorinti di Briatico decide di sostenere elettoralmente la lista con candidato a primo cittadino Francesco Prestia. Quest’ultimo era il medico della mia famiglia e per questo abbiamo deciso di sostenerlo, anche perché Prestia per il sostegno elettorale si era incontrato con alcuni marinai da sempre vicini alla mia famiglia ed inoltre con mio padre era stato candidato nella stessa lista negli anni ’80. In ogni caso, nella lista di Prestia c’erano nel 2010 persone a noi vicine e per questo abbiamo deciso di sostenerlo. Appresa la cosa, Andrea Niglia – ha dichiarato il collaboratore – avvicinò mio zio Vincenzo, fratello di mio padre, per riallacciare i rapporti con noi Accorinti. In particolare, Andrea Niglia per convincere mio padre a sostenerlo elettoralmente, aveva promesso a mio zio Vincenzo l’assunzione del figlio al cementificio. Mio padre si decise però a sostenere Prestia perché dovevamo dimostrare la nostra forza criminale sul territorio attraverso la gestione diretta di un bacino elettorale. Nonostante in quel periodo Andrea Niglia si era fidanzato con la nipote di Pino Bonavita divenendo così anche cugino acquisito anche di Luigi Barillari e godendo del loro sostegno elettorale, perse le elezioni in quanto noi Accorinti abbiamo sostenuto a sindaco Francesco Prestia nella cui lista era candidato a consigliere pure Sergio Bagnato, mio amico e per il quale aveva chiesto voti pure Armando Barillari. L’amministrazione Prestia è stata poi sciolta nel 2012 per infiltrazioni mafiose”.

Le elezioni del 2014 e i soldi promessi da Niglia

Andrea Niglia

Superato il secondo scioglimento per infiltrazioni mafiose (il primo nel 2003 con amministrazione guidata dall’allora sindaco Costantino Massara), nel maggio del 2014 le comunali di Briatico vengono vinte dall’unica lista in campo, quella di Andrea Niglia. Anche su tale tornata elettorale, il collaboratore Antonio Accorinti ha reso la propria testimonianza. In queste elezioni mio padre incontrò Peppone Accorinti dicendogli che non avemmo fatto una lista per le comunali. Io invece una lista di giovani la volevo fare – ha spiegato il collaboratore – ed allora mi incontrai con Andrea Niglia che era intenzionato a ricandidarsi. Niglia in cambio del mio sostegno, e per non farmi presentare una lista contrapposta alla sua, mi propose l’assessorato ai lavori pubblici e il vicesindaco per delle persone vicine a me, ma io in cambio del sostegno elettorale gli ho invece chiesto la somma di cinquantamila euro. Andrea Niglia vinse le elezioni con una sola lista in campo, il quorum dei votanti venne raggiunto anche grazie al nostro sostegno e Niglia stesso vide l’impegno mio e del mio gruppo in quanto l’avevano votato pure i Melluso, mio cognato e mia sorella. Anche loro si sono impegnati per Andrea Niglia candidato ed ai miei familiari ho fatto votare a consigliere Carlo Staropoli, un mio amico con cui uscivamo insieme”.

Carlo Staropoli (non imputato) è stato presidente del Consiglio comunale nell’amministrazione Prestia poi sciolta per mafia, dimissionario il 12 agosto del 2011 e poi assessore con Andrea Niglia sindaco. Ho ricevutotanti ringraziamenti da Andrea Niglia per la vittoria elettorale, ma luiha riferito Accorinti – non mantenne la promessa delle cinquantamila euro, mandandomi solo due, tremila euro mentre ero detenuto, ma per il resto niente. Dopo tale misero acconto ho mandato mio cognato a cercare Andrea Niglia per farmi dare il resto dei soldi ma Niglia mandò a dire che non poteva. Ho poi incontrato io stesso Andrea Niglia nel corridoio del Tribunale di Vibo, ma nell’occasione mi arrabbiai e lo feci andare via. Gregorio Niglia in altra occasione mi disse che Andrea Niglia era stato minacciato per non consegnarmi i soldi. Ho poi appurato che Andrea Niglia per non darmi le cinquantamila euro era stato minacciato da Armando Bonavita e Francesco Barbieri in quanto sostenevano che io in carcere avevo parlato male di loro. In seguito, però, Francesco Barbieri – qualche giorno prima degli arresti per Rinascita Scott – mi chiese scusa dicendomi che si era sbagliato a dire a Niglia di non darmi i soldi in quanto aveva invece appurato che io in carcere mi ero comportato bene non parlando male di nessuno”.

Le comunali a Briatico del 2020

Lidio Vallone

Antonio Accorinti si è infine soffermato sulle ultime elezioni comunali a Briatico, indette nel settembre 2020 dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del precedente Consiglio e dell’amministrazione guidata da Andrea Niglia. In tale occasione ho fatto il doppio-gioco poiché mi trovavo agli arresti domiciliari. Andrea Niglia non potendosi più candidare, ha sostenuto la lista con candidato a sindaco Costantino Massara”. Si tratta dello stesso Costantino Massara, già assessore di Andrea Niglia, la cui amministrazione quale sindaco era stata sciolta nel 2003 per infiltrazioni mafiose quando mio zio Vincenzo Accorinti – ha dichiarato il collaboratore – ricoprì la carica di vicesindaco ottenendo 650 voti a consigliere. In occasione delle ultime comunali del 2020 hofatto credere di sostenere la lista di Massara – ha dichiarato il collaboratore – che era appoggiata da Niglia, ma in realtà ho dirottato i voti sul candidato a sindaco Lidio Vallone”, vale a dire l’attuale primo cittadino di Briatico.

Le estorsioni e gli incontri tra Accorinti e Niglia

Chiuso il capitolo delle elezioni comunali, il collaboratore Antonio Accorinti ha quindi chiamato in causa l’ex sindaco Andrea Niglia per altre vicende. “In una delle tante occasioni in cui la sera ci vedevamo di nascosto a casa mia con Andrea  Niglia – ha dichiarato Accorinti – lo stesso mi disse di non fare estorsioni ad una determinata ditta in quanto il titolare ci avrebbe subito denunciato. Niglia – ha aggiunto il collaboratore – mi ha messo in pratica in guardia per riferire a tutti di non avvicinarsi a tale ditta e io lo dissi ad Angelo Accorinti ed ai Melluso”. In altra occasione, invece, successiva agli arresti di Rinascita Scott, Andrea Niglia avrebbe riferito ad Antonio Accorinti “che Costantino Gaudioso – ha concluso il collaboratore – era l’unica persona rimasta vicina a Peppe Accorinti con la quale gestire le estorsioni su Zungri”.

LEGGI ANCHE: Maestrale: i clan di Briatico e la fusione tra i vari gruppi nell’esame del collaboratore Antonio Accorinti

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