domenica,Settembre 29 2024

Trent’anni fa la morte e i doni del piccolo Nicholas Green: la scelta dei genitori di donare gli organi salvò 7 persone

Il bambino venne colpito da una pallottola mentre era in viaggio con i genitori lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria il 29 settembre del 1994. Nonostante i soccorsi, morì a Messina dopo due giorni. Qui la famiglia acconsentì all’espianto degli organi lanciando uno straordinario messaggio di speranza

Trent’anni fa la morte e i doni del piccolo Nicholas Green: la scelta dei genitori di donare gli organi salvò 7 persone
Nicholas Green

di Anna Foti

L’Amore e il coraggio, il destino e la speranza. Tutto scorre su quel viso sorridente e tempestato di lentiggini con cui Nicholas Green vive nella memoria, scolpito nel cuore anche di coloro che non lo hanno conosciuto se non attraverso le foto che dopo la sua morte hanno fatto, come la sua storia, il giro del mondo.

La sparatoria


Tutto scorre veloce tra il 29 settembre e il primo ottobre 1994, esattamente trent’anni fa. Una macchina, in viaggio verso la Sicilia rimane coinvolta in una sparatoria all’altezza dello svincolo di Soriano Calabro nel vibonese, sull’A3 Salerno – Reggio Calabria (oggi A2 autostrada del Mediterraneo). Un proiettile vaga e sul sedile posteriore raggiunge la testa di un bimbo di sette anni, uccidendolo. Lui era Nicholas Green. Vani il soccorso prestato e il rapido trasferimento dall’ospedale di Polistena al policlinico di Messina: qui il piccolo muore dopo due giorni. Era il primo ottobre del 1994.

Sette anni, sette doni

I suoi anni di vita erano solo sette come gli organi che, per volere dei genitori Reginald e Maggie, sono stati donati per salvare sette persone che in Italia erano in attesa di trapianto. Una scelta di straordinario coraggio in un momento di indicibile dolore. Una scelta che ancora oggi decanta in un legame molto forte che i due coniugi hanno mantenuto con l’Italia, paese al quale hanno dato un esempio luminoso di amore civiltà, segnando un importante spartiacque in tema di donazione degli organi. Cammino ancora in salita ma al quale il piccolo Nicholas e lo straordinario coraggio dei suoi genitori diedero un impulso decisivo. Continua a leggere su IlReggino.it

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