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Scioglimento dell’Asp di Vibo, Battistini pronto a restare: «Andare via mi dispiacerebbe». E ora la questione è anche politica

Il commissario che guida l’Azienda sanitaria provinciale potrebbe rimanere al vertice dell’Ente nonostante il provvedimento adottato dal Governo per fatti che non riguardano la sua gestione. Una scelta che alleggerirebbe il peso di una vicenda che grava inevitabilmente sulla Calabria di Occhiuto

Scioglimento dell’Asp di Vibo, Battistini pronto a restare: «Andare via mi dispiacerebbe». E ora la questione è anche politica
Antonio Battistini

Alla fine, invece dei militari, tra le corsie dell’ospedale di Vibo e negli uffici dell’Azienda sanitaria provinciale cammineranno i commissari della “triade”. La sanità vibonese vive forse il suo momento più cupo, anche se da queste parti al peggio non c’è mai fine. La proposta di scioglimento dell’Asp, che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha formulato sulle risultanze della relazione prefettizia, è stata ratificata ieri pomeriggio dal Consiglio dei ministri.

Non è la prima volta che accade, è già successo nel 2010. E da allora non sembra che la situazione sia migliorata. Quindici anni durante i quali la ‘ndrangheta ha continuato a “infiltrarsi”, come si dice. Termine che probabilmente non rende bene l’idea di una presenza perniciosa e costante, che piuttosto alligna, dimora, pervade. L’esito era scontato. Nessuno, ma proprio nessuno, aveva dubbi. Era solo questione di tempo, e il tempo è scaduto a pochi giorni dal termine ultimo. La commissione d’accesso agli atti che doveva indagare sulle presunte infiltrazioni mafiose si è insediata il 22 novembre 2023. Poi, a febbraio di quest’anno, furono deliberati da Palazzo Chigi altri tre mesi di proroga. Così, da giugno, è iniziata la lunga attesa di uno scioglimento considerato inevitabile a causa degli assordanti riverberi del processo Maestrale-Carthago in svolgimento nell’aula bunker di Lamezia, ma che non arrivava mai. Fino a ieri, quando il Cdm ha stabilito 18 mesi di commissariamento straordinario per «accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata».

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Ma – ed è questa l’anomalia che forse fa di Vibo un caso quasi unico nel panorama nazionale – un commissario l’Asp ce l’ha già. È Antonio Battistini, generale dell’esercito che guida l’Azienda sanitaria provinciale da giugno 2023, su mandato del “commissario in capo” della Sanità calabrese, Roberto Occhiuto, quando subentrò a un altro commissario, Giuseppe Giuliano. Una strada costellata di commissari che ora porta a un “super commissariamento” anti-ndrangheta.

Raggiunto telefonicamente da Il Vibonese, Battistini non cade certo dalle nuvole: «Sorpreso? No, sono soprattutto dispiaciuto, ma questo epilogo era inevitabile se le premesse sono quelle dell’inchiesta Maestrale Carthago».

La possibilità che ora il generale resti alla guida dell’Asp ed entri a far parte della triade commissariale non è affatto remota, anzi. D’altronde, Battistini non ha alcuna responsabilità negli esiti nefasti dell’ispezione prefettizia tradotta in scioglimento da Palazzo Chigi. Sin dalla sua nomina lui era il primo argine alle infiltrazioni mafiose e non è detto che non continui ad esserlo. E non è un caso che il presidente Occhiuto, pochi minuti dopo la notizia dello scioglimento, si sia affrettato a diramare una nota per sottolineare la sua stima e fiducia: «Ringrazio Antonio Battistini per l’ottimo lavoro fatto nell’ultimo anno e mezzo. Sotto la sua gestione l’Asp ha avviato un positivo percorso di risanamento aziendale, con azioni concrete e per nulla scontate».

Alla nostra domanda diretta («Generale, resterà alla guida dell’Asp?»), non si sottrae: «Questo non lo so. Ma le posso dire che se mi fosse data l’opportunità di restare sarei contento e se così non dovesse essere, certo, mi dispiacerebbe. Ma spero che venga qualcuno in grado di proseguire ciò che di buono è stato fatto».

Insomma, Battistini potrebbe succedere a Battistini. D’altra parte, ora la questione assume anche un pregnante significato politico, perché il generale guida anche l’Asp di Catanzaro e in questa duplice e delicatissima postazione è stato messo dal governatore Occhiuto, leader di Forza Italia in Calabria. Il governo di centrodestra, costretto allo scioglimento da dati oggettivi, potrebbe decidere di attenuare l’impatto politico sul presidente della Regione, confermando Battistini e alleggerendo così il peso di una vicenda che purtroppo costa alla Calabria l’ennesima onta nazionale.

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