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Resta in carcere vibonese fermato in Sicilia con sei chili e mezzo di cocaina

La Cassazione respinge il ricorso e conferma le decisioni del Tribunale di Catania e del gip di Ragusa. Nel 2020 il ricorrente era già stato arrestato una prima volta ad Acquaro per la coltivazione di una piantagione di marijuana

Resta in carcere vibonese fermato in Sicilia con sei chili e mezzo di cocaina
La Corte di Cassazione

Resta in carcere Damiano Ciancio, 47 anni, di Acquaro, arrestato in flagranza per il reato di illecito trasporto di sei chili e mezzo di cocaina occultata nella cornice del cassone posteriore del furgone da lui stesso condotto. La sesta sezione penale della Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il suo ricorso avverso la decisione del Tribunale di Catania, a sua volta confermativa dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Ragusa essendo stato Ciancio fermato in tale provincia della Sicilia mentre trasportava la cocaina ed era diretto ad Acquaro.

Per la Suprema Corte, nel caso di specie sussiste la “gravità indiziaria” nei confronti di Damiano Ciancio e la misura della custodia cautelare in carcere appare giustificata dalle “specifiche modalità e circostanze del delitto contestato, dimostrative della vicinanza di Damiano Ciancio a contesti delinquenziali di una certa rilevanza visto il quantitativo di droga trasportata da una regione all’altra e il coinvolgimento della compagna per consumarlo”. Ai fini dell’adozione della detenzione in carcere, anche il profilo criminale del ricorrente desumibile dal suo precedente specifico”. Damiano Ciancio era stato infatti già sorpreso nel settembre del 2020 dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia mentre innaffiava una piantagione di marijuana (per un peso totale di 36 chili e un valore sul mercato illecito pari a 500mila euro) nelle campagne di Acquaro. Da qui l’inammissibilità del ricorso e la condanna da parte della Cassazione al pagamento delle spese processuali.

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