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Narcotraffico sull’asse Rosarno-San Gregorio, anche un vibonese tra i condannati dell’operazione Blu Notte contro i Bellocco

Nell’inchiesta il ruolo di Maiuri e Palaia. L’intermediazione con i napoletani, la mancanza di una ‘ndrangheta unitaria a Vibo e il rifornimento dai narcos di San Calogero

Narcotraffico sull’asse Rosarno-San Gregorio, anche un vibonese tra i condannati dell’operazione Blu Notte contro i Bellocco

C’è anche il vibonese Antonio Maiuri, 76 anni, nativo di Ascea, nel Salernitano, ma da anni residente a Vibo Valentia e, da ultimo, trasferitosi a San Gregorio d’Ippona, tra i condannati dell’inchiesta “Blu Notte” della Dda di Reggio Calabria che nel dicembre 2022 ha duramente colpito il clan Bellocco di Rosarno. La sentenza è del gup distrettuale reggino al termine di un processo celebrato con rito abbreviato che è valso uno sconto di pena pari ad un terzo per tutti i condannati. La pena inflitta ad Antonio Maiuri ammonta a 6 anni e 8 mesi di reclusione.

Il ruolo di Maiuri

Secondo l’accusa, Francesco Benito Palaia di Rosarno (condannato a 20 anni di reclusione) in concorso con Antonino Biondo di Rosarno (condannato a 12 anni e 4 mesi), avvalendosi dell’intermediazione di Antonio Maiuri, avrebbero venduto a un soggetto proveniente da Napoli (non meglio identificato) – che l’acquistava per la successiva rivendita – un quantitativo pari a cinque chili di cocaina al prezzo di 25. 000 euro al chilogrammo (parte di una più ampia partita di 6 chilogrammi custodita presso l’abitazione di un soggetto rimasto ignoto residente a Roma). La contestazione era aggravata dall’agevolazione al clan Bellocco di Rosarno.

Il legame Maiuri-Palaia

Già coinvolto nell’operazione antidroga denominata “Panama”, Antonio Maiuri da tempo si è trasferito a San Gregorio d’Ippona. La conoscenza di Francesco Benito Palaia con Antonio Maiuri si sarebbe consolidata nell’ambiente carcerario, dove i due avevano trascorso un comune periodo di detenzione all’interno del medesimo istituto penitenziario. In data 3 dicembre 2019 Antonio Maiuri avrebbe raggiunto l’abitazione di Francesco Benito Palaia a Rosarno. Il colloquio tra i due, registrato in modalità ambientale, avrebbe permesso di appurare come la compravendita del carico di cocaina fosse il motivo che aveva spinto Maiuri a raggiungere la casa di Palaia. Dalla captazione sarebbe emerso anche il loro ruolo rivestito da Maiuri, vale a dire quello di intermediario in favore di altri soggetti di origine campana (e in particolare della zona di Napoli), zona di origine del Maiuri.

Palaia: «’Ndrangheta vibonese senza struttura gerarchica»

Il tema della discussione è apparso agli inquirenti evidente anche sulla scorta di una digressione effettuata da Palaia riguardo alla ‘ndrangheta della zona di Vibo Valentia, la quale – a suo dire – non si era mai dotata di una struttura gerarchica forte e di una linea di comando unitaria, a differenza di quanto invece si era realizzato nei centri limitrofi di Piscopio e Sant’Onofrio. Per tale ragione Francesco Benito Palaia asseriva di non aver mai voluto intraprendere alcun tipo di affare con soggetti appartenenti al contesto criminale di Vibo Valentia preferendo invece interfacciarsi con soggetti non afferenti a quello specifico contesto criminale, come stava facendo per il traffico di droga in fase di realizzazione attraverso l’intermediazione di Maiuri”.

Maiuri e i narcos di San Calogero

Il defunto broker Vincenzo Barbieri

Che la presenza di Maiuri a casa di Palaia fosse finalizzata all’approvvigionamento dello stupefacente emergeva – stando agli atti dell’inchiesta “Blu Notte” – anche dall’affermazione di Antonio Maiuri riguardante i canali di rifornimento cui era solito rivolgersi prima di entrare in affari con Francesco Benito Palaia, vale a dire i canali rappresentati dalle figure di narcotrafficanti di San Calogero tra i quali “spiccavano le figure di Barbieri Vincenzo e Ventrici Francesco (“Io all’epoca – si legge nelle intercettazioni attribuite a Maiuri – prima di venire qua andavo sempre da coso, a San Calogero, da Barbieri, Ventrici, Zinnà). Vincenzo Barbieri è stato poi ucciso a San Calogero in un agguato avvenuto nel marzo del 2011 (omicidio ad oggi impunito), mentre Francesco Ventrici si trova in carcere per condanne definitive legate al narcotraffico.

Le altre condanne

Francesco Benito Palaia

Queste tutte le altre condanne del processo Blu Notte celebrato con rito abbreviato (i condannati sono tutti di Rosarno): Bellocco Umberto (cl. ’83): 20 anni; Bellocco Michele: 14 anni e 10 mesi; Bellocco Emanuela: 14 anni e 8 mesi e 10 giorni; Bellocco Rocco (cl. ’89): 11 anni; Bellocco Domenico (cl. ’80): 10 anni, 11 mesi e 10 giorni; Caminiti Rosario: 14 anni, 7 mesi e 10 giorni; Mandaglio Antonio: 13 anni e 4 mesi; Restuccia Antonio: 12 anni e 5 mesi; Nocera Giovanni: 12 anni e 2 mesi(41.500 euro di multa); Stilo Rocco: 11 anni e 9 mesi; Nocera Maria Serafina: 11 anni e 8 mesi; Furuli Pasquale: 11 anni e 7 mesi; Nocera Francesco: 11 anni, un mese e 10 giorni; Palaia Vincenzo: 11 anni, un mese e 10 giorni; Condoleo Enrico: 10 anni e 6 mesi; Barrese Antonio: 10 anni, 5 mesi e 5 giorni; Larosa Massimo: 10 anni e 4 mesi; Palaia Gaetano: 9 anni e 5 mese; Palaia Gaetano: 9 anni e 5 mesi e 5 giorni; Lamari Massimo: 9 anni e 4 mesi; Tiberio Michele: 8 anni; Palaia Martina: 8 anni e 6 mesi; Gregorio William: 8 anni e 10 mesi; Bellocco Francesco Antonio: 8 anni; Bellocco Michelangelo: 8 anni e 6 mesi; Larosa Michele: 8 anni; Lombardo Vincenzo: 8 anni ; Serour Ramy: 8 anni; Marando Alessandro: 7 anni; Palaia Giovanni: 6 anni e 2 mesi; Delfino Rocco: 4 anni, 5 mesi e 10 giorni; Palaia Benito: 4 anni, 3 mesi e 10 giorni; Palaia Gaetano (cl. ’91): 4 anni; Trimboli Natale: 4 anni; Ursino Gabriele: 2 anni e 8 mesi; Paladino Antonio: 2 anni, 2 mesi e 20 giorni (assolto capo 1); Palaia Gaetano (cl. ’74): un anno e 4 mesi; Callisti Luciano: 1 anno e 4 mesi; Scarmato Domenico: 10 mesi.

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