Operazione “Conquista”, attesa per la decisione del gip
Il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro si pronuncerà a breve sulle ordinanze restrittive richieste dalla Dda per la cosca Bonavota. Le dichiarazioni del pentito Mantella potrebbero essere foriere di ulteriori sviluppi
Poche ore e il competente gip distrettuale si pronuncerà sulla richiesta di misure cautelari formulata dalla Procura antimafia di Catanzaro nei confronti di presunti vertici e accoliti della cosca Bonavota di Sant’Onofrio a cui, tra l’altro, vengono imputati anche gli omicidi di Raffaele Cracolici e Domenico Di Leo, consumati tra Pizzo e la stessa Sant’Onofrio, nel 2004, e i tentativi di estorsione nei confronti dell’imprenditore Pippo Callipo.
Omicidi ed estorsioni, decapitata la cosca Bonavota (NOMI)
Quella che si profila come l’ultima operazione antimafia del 2016 o la prima del 2017 costituisce il secondo passo dell’inchiesta denominata “Conquista”, che il 14 dicembre era culminata con l’esecuzione di sei provvedimenti di fermo d’indiziato di delitto, la notifica di altri sei avvisi di garanzia e l’arresto in flagranza di reato per due presunti favoreggiatori del ricercato Domenico Bonavota, ritenuto il capo dell’ala militare dell’omonima famiglia mafiosa.
I gip territoriali, chiamati a pronunciarsi sul pericolo di fuga e le esigenze cautelari, avevano poi disposto la remissione in libertà di due tra i principali indagati, ovvero Pasquale Bonavota, il maggiore dei fratelli, considerato al vertice della famiglia, e Nicola Bonavota, che dopo qualche giorno d’irreperibilità si era consegnato ai carabinieri.
Operazione “Conquista”, torna in libertà anche Nicola Bonavota
D’altro canto, in sede di giudizio davanti al competente gip di Catanzaro, il pm Camillo Falvo che ha coordinato le indagini condotte sul campo dai carabinieri guidati dal capitano Valerio Palmieri, potrebbe aver richiesto misure restrittive anche a carico di altri indagati per i quali non sarebbe stato ravvisato il pericolo di fuga.
Fondamentali, nell’indagine “Conquista”, le dichiarazioni del pentito Andrea Mantella che, nel 2017, potrebbero condurre a nuovi devastanti sviluppi delle cosche e i loro sistemi di collusione, anche col potere economico e istituzionale, nel Vibonese e anche oltre.