‘Ndrangheta: la Trasversale delle Serre nel mirino dei clan Iozzo, Chiefari e Vallelunga – Video
Sono 29 gli indagati dell’operazione Ortrhus. Fatta luce pure su tre fatti di sangue, uno dei quali commesso dinanzi ad una scuola
Sono in totale 29 gli indagati dell’operazione Ortrhus contro i clan Chiefari di Torre Ruggiero e Iozzo di Chiaravalle Centrale. Gli arrestati sono: Antonio Maiolo, 43 anni, di Mongiana; Antonio Chiefari, 68 anni, detto “Tartaru” di Torre Ruggero; Vito Chiefari, 46 anni, di Torre Ruggero; Alexandr Daniele, alias “Sasha”, 30 anni, di Palermiti; Marco Catricalà, di Chiaravalle; Damiano Fabiano, 28 anni, di Chiaravalle; Antonio Gullà, 28 anni, di Chiaravalle; Mario Iozzo, 60 anni, di Chiaravalle; Luciano Iozzo, 56 anni, di Chiaravalle; Giovanni Iozzo, 28 anni, di Chiaravalle; Giuseppe Gregorio Iozzo, 52 anni, di Chiaravalle; Raffaele Iozzo, 29 anni, di Chiaravalle; Andrea Maida, 38 anni, inteso “U Babbu” di Chiaravalle; Giuseppe Marchese, 31 anni, di Chiaravalle; Antonio Rei, 29 anni, detto “U Bellino”, di Chiaravalle, Salvatore Russo, detto “U Porcu”, 30 anni, di Chiaravalle; Marco Sasso, 37 anni, di Chiaravalle Centrale. [Continua dopo la pubblicità]
Indagati a piede libero: Domenico Chiefari di Torre Ruggero; Giuseppe Chiefari di Torre Ruggero; Nicola Chiefari di Torre Ruggero; Pietro Chiefari di Chiaravalle; Stefano Dominelli, di San Vito sullo Ionio; Giuseppe Garieri, di Chiaravalle; Mario Garieri di Chiaravalle; Gianfranco Iozzo, di Chiaravalle, Claudio Marchese, di Chiaravalle; Stefano Pasquino, di Chiaravalle; Giuseppe Pitaro, ex sindaco di Torre Ruggero (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa); Marta Sanginiti, di Soverato.
Le famiglie Chiefari e Iozzo, considerate vicine al più potente clan dei Gallace di Guardavalle, avrebbero il controllo di numerose attività imprenditoriali e commerciali (edilizia, movimento terra e commercio all’ingrosso di legname), ingerendosi anche nei subappalti della ‘Trasversale delle Serre’, nonché alcuni interessi connessi con attività commerciali anche in occasione della festa patronale di Torre Ruggero con alcuni componenti della famiglia Chiefari intenti a portare le statue. L’ingerenza sulla Trasversale delle Serre, secondo gli inquirenti si è “in primo luogo manifestata per mezzo della stipula di contratti di noleggio dei macchinari in favore dell’Ati aggiudicatrice dell’appalto, mediante la società “Euroscavi srl” riconducibile alla famiglia Chiefari. In data 8 maggio 2006 la società veniva allontana dal cantiere in virtù di un’informativa riservata inviata all’Anas, da parte della Prefettura di Vibo Valentia, in cui si dava contro delle infiltrazioni mafiose all’interno della stessa società. Nonostante ciò, la società continuava ad operare sul cantiere almeno sino al 2007, data di stipula di un ulteriore contratto di nolo dei mezzi. In data 17 ottobre 2008, i Chiefari subivano l’incendio di un escavatore da ricondursi alla contrapposizione con il gruppo criminale riconducibile ai Procopio di San Sostene, ai Sia di Soverato Marina ed ai Tripodi (cugini dei Vallelunga) di Soverato Superiore, per aver disatteso quanto deciso nella riunione con Damiano Vallelunga circa la spartizione dei proventi del territorio”.
Altra fonte di proventi illeciti derivava dallo spaccio di marijuana e cocaina, con interessi – oltre che su Torre Ruggero e Chiaravalle Centrale – anche su Cardinale.
L’indagine ha consentito, inoltre, di fare luce sulle dinamiche di un tentato omicidio e di un duplice omicidio, consumati rispettivamente nel 2005 e nel 2009. A Chiaravalle Centrale il 27 aprile 2009 sono stati uccisi Giuliano Cortese, 48 anni, e la compagna ucraina Inna Abromovia, 35 anni. L’agguato contro Cortese è stato portato a termine davanti alla scuola materna dove la coppia aveva lasciato le due figlie piccole. Mentre i due si stavano allontanando a bordo di un’auto, sono stati affiancati da un’altra vettura dalla quale i killer hanno esploso numerosi colpi di pistola.
La Trasversale delle Serre e le accuse dei pentiti. Era il 19 giugno del 2002, quando dinanzi all’allora pm della Dda di Catanzaro Patrizia Nobile, il pentito Vitaliano Turrà, dell’omonima consorteria mafiosa di Serra San Bruno, ma con diramazioni anche a Guardavalle, riferiva dei dissapori sorti nel 1995 sui lavori della Trasversale delle Serre fra il clan Mancuso di Limbadi e il boss dei “Viperari” delle Serre, Damiano Vallelunga. Motivo del contendere sarebbe stata la divisione della mazzetta per i lavori dell’importante opera pubblica, non escludendo dalla spartizione il clan Chiefari che ha le sue roccaforti nei comuni di Torre Ruggiero, Cardinale e Chiaravalle.
Secondo invece il pentito vibonese Andrea Mantella, un’influenza di non poco conto sui lavori della Trasversale delle Serre avrebbe avuto negli anni il consigliere regionale Nazzareno Salerno il quale avrebbe “messo il lavoro in mano a Damiano Vallelunga nel tratto che interessava a lui”. In particolare, per il collaboratore di giustizia, il boss Damiano Vallelunga avrebbe interessato Nazzareno Salerno – secondo quanto emerge nell’inchiesta “Robin Hood” – per cercare di avvicinare gli imprenditori impegnati nei lavori della Trasversale o, per dirla alla Mantella, allo scopo di “raddrizzare questi grossi imprenditori, che venivano alcuni dal Nord, perché Vallelunga doveva piazzare i suoi escavatori e doveva piazzare il calcestruzzo”. Non solo. L’interesse principale di Damiano Vallelunga, a detta di Mantella, sarebbe stato quello di ricevere le mazzette per i lavori della Trasversale.
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