sabato,Settembre 28 2024

È morta Vittoria Sicari, addio alla coraggiosa giornalista vibonese che da settimane lottava per la vita

È stata ricoverata prima al Pugliese di Catanzaro dopo un malore e poi trasferita alla Casa di Cura Madonna della Catena, in provincia di Cosenza, dove è deceduta. Il cordoglio dell'editore, del direttore editoriale e di tutta la redazione

È morta Vittoria Sicari, addio alla coraggiosa giornalista vibonese che da settimane lottava per la vita
Vittoria Sicari

Ha lottato con tutte le sue forze, è rimasta aggrappata alla vita finché ha potuto. Tutta Vibo e la Calabria piangono Vittoria Sicari, giornalista e storica corrispondente della redazione vibonese della Gazzetta del Sud, originaria di Longobardi, ricoverata da diverse settimane nella Casa di Cura Madonna della Catena, a Laurignano (Cs), dove era stata trasferita dopo un lungo periodo trascorso nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, dove era arrivata a causa di un malore. Oggi le sue condizioni si sono aggravate e il suo cuore ha ceduto.

Alla famiglia di Vittoria la vicinanza e il cordoglio dell’editore del network LaC Domenico Maduli, del direttore editoriale Maria Grazia Falduto, del direttore responsabile de Il Vibonese Enrico De Girolamo e di tutta la redazione.

«Vittoria per noi non è stata solo una giornalista, ma prima di tutto una persona di famiglia. La sua mamma, i suoi fratelli, l’adorato figlio, persone stupende, e noi tutti abbiamo sperato fino all’ultimo nella sua ripresa. Vittoria ora sarai in pace eterna, siamo immensamente dispiaciuti, chi ti ha conosciuto sa che non è stata una vita facile, lasci tanto dolore in chi ti ha voluto bene», così la ricordano l’editore Domenico Maduli e il direttore editoriale Maria Grazia Falduto.

«Un esempio, un faro, una speranza nelle trincee dei disagi e della povertà. Un esempio, al momento opportuno, di coraggio e integrità anche quando dall’altra parte, sul suo cammino, si presentavano i prepotenti, che da queste parti preferiscono essere identificati come ‘ndranghetisti. Sempre fiera e a testa alta». Così ha scritto di lei Nicola Lopreiato, suo fraterno amico ed ex caposervizio, in un recente articolo che dava conto delle sue drammatiche condizioni di salute. E anche noi vogliamo ricordarla così.

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