domenica,Settembre 8 2024

«Vanno allontanati dalle famiglie»: il gip manda in comunità i 6 minori di San Costantino Calabro accusati di aver picchiato un senzatetto

L’episodio risale al 25 maggio scorso: i giovani si sarebbero introdotti nella scuola dove il clochard aveva trovato riparo. Le chat intercettate: «Non ci fanno niente»

«Vanno allontanati dalle famiglie»: il gip manda in comunità i 6 minori di San Costantino Calabro accusati di aver picchiato un senzatetto
La struttura abbandonata teatro della violenza

Dovranno entrare in una comunità lontana dalla famiglia e dal territorio di riferimento i sei minorenni accusati di avere aggredito con schiaffi e un bastone un clochard mentre dormiva. Lo ha stabilito il gip per il Tribunale dei minori di Catanzaro.
Lo scorso 25 maggio – raccontano le indagini – a San Costantino Calabro sei ragazzi, tutti minorenni, si sono introdotti nell’istituto professionale Oiermo, nel quale aveva trovato riparo per la notte un senzatetto. I ragazzi, sostiene la Procura di Vibo Valentia, lo avrebbero aggredito brutalmente, mentre dormiva, con calci, pugni, schiaffi, colpendolo ovunque anche grazie all’uso di bastoni mentre lo insultavano con l’espressione «romeno di merda».»
Non solo. Dopo aver posto i vestiti e le scarpe dell’uomo su una catasta di legna avrebbero dato fuoco danneggiando irrimediabilmente i poveri averi del clochard.
I ragazzi oggi sono accusati di lesioni personali aggravate dalle finalità discriminatorie e danneggiamento seguito da incendio aggravato.

Il gip: «Allontanare i minori da famiglie e territorio di riferimento»

Il gip del Tribunale per i minorenni di Catanzaro ha deciso di applicare per i sei ragazzi la misura cautelare del collocamento in comunità.
Secondo il gip «il sistema familiare non è apparso funzionale a neutralizzare la spiccata propensione delittuosa degli indagati, apparendo necessario il rigoroso distacco dal territorio di riferimento e dall’ambiente e circuiti che hanno favorito l’agire illecito» dei giovani. Uno dei ragazzi, inoltre, apparterebbe a una famiglia vicina ad esponenti della criminalità organizzata di San Costantino.

La chat

I ragazzi provengono da ambienti difficili. Qualcuno non segue adeguatamente il percorso scolastico. Tre di loro hanno precedenti per avere causato lesioni a gravi a un amico facendo cadere a una giostra.
L’analisi di una chat whatsapp indica la preoccupazione dei minori alla notizia, letta su un quotidiano on line, di sei giovani indagati dall’autorità giudiziaria.
«Siamo rovinati», dice uno di loro.
Questa preoccupazione cede, però, il passo alla strafottenza: «… non di fannu nenti (non ci fanno niente, ndr)».

La vittima: «Sono anche io un essere umano»

A denunciare i fatti è stata una fonte confidenziale che ha palato con i carabinieri di San Costantino. Quando il comandante della Stazione si è recato dalla persona offesa, questa ha ammesso quanto accaduto. Ha riconosciuto in foto i ragazzi dicendo di averli visti perché aggredito davanti alla porta dell’istituto, rischiarata anche dall’illuminazione esterna.
«Sottolineo che hanno agito con cattiveria – ha detto Batin –, violenza e grande odio razziale nei miei confronti, sono anche io un essere umano e non è normale che nel 2024 accadano ancora cose simili».

Il testimone

Nel corso delle indagini è stato ascoltato un altro giovane il quale ha riferito ai carabinieri di essere stato invitato a uscire col gruppo. Intorno alle tre del mattino ha visto i ragazzi entrare nella scuola ma lui non è entrato, salvo poi sentire delle urla. Preoccupato che stesse succedendo qualcosa ai suoi amici è entrato anche lui col telefonino pronto a riprendere, quando si è accorto che gli amici stavano picchiando l’uomo rumeno.
Il testimone ha raccontato di avere avuto paura e di essersi allontanato cancellando il video. La vittima ha spiegato di non essersi accorta della presenza di un’altra persona o che qualcuno stesse registrando.

Gli interrogatori

Nel corso degli interrogatori, i minori, tranne uno che non ha parlato, hanno cercato di difendersi.
Uno ha riferito di non trovarsi in paese quella sera, cosa smentita dal testimone e dalle dichiarazioni degli altri presenti.
C’è chi ha detto che il rumeno era ubriaco e li avrebbe aggrediti per primo. C’è chi ha detto che la botta in testa la vittima l’avesse già dalla giornata precedente.
Un altro ha raccontato dell’aggressione, che sarebbe durata 20 minuti, e che, senza motivo gli amici, ai quali non si sarebbe accodato, avrebbero aggredito con calci e schiaffi il clochard.

Il giudice ha scritto che le dichiarazioni «non possono fornire nessun elemento a difesa di taluno di loro, ponendosi piuttosto quale ulteriore indizio di reità a loro carico».
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Francesca Comito, Diego Brancia, Giuseppe Santamaria, Nazzareno Latassa, Alfredo Mercadante e Renato Vigna.

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