venerdì,Settembre 13 2024

L’acqua non potabile scatena disordini al carcere di Vibo: incendi in cella e personale minacciato

A rendersi responsabili delle violenze, due detenuti. La denuncia del sindacato Sinappe: «Siano separati e allontanati»

L’acqua non potabile scatena disordini al carcere di Vibo: incendi in cella e personale minacciato
L'ingresso del carcere di Vibo Valentia

Disordini al carcere di Vibo Valentia. Lo rende noto il vice segretario regionale Sinappe, Cristina Busà che spiega: «Da giorni nel penitenziario cittadino si susseguono eventi di che minano il regolare svolgimento della vita intramuraria».

L’esponente sindacale aggiunge: «Nei giorni scorsi un’ordinanza del sindaco Romeo comunicava che la fornitura di acqua della rete idrica, a seguito di analisi effettuate dall’Arpacal (Agenzia regionale protezione ambiente Calabria), era risultata non potabile con conseguente divieto di uso a scopi umani. Da qui hanno avuto inizio le proteste che immediatamente sono state contenute con una massiccia distribuzione di confezioni di acqua». Questo però «non è bastato a fermare due detenuti di origini magrebine che, approfittando pretestuosamente della temporanea criticità, hanno cominciato a creare disordini».

Prima, riferisce il vice-segretario Busà, hanno appiccato il fuoco all’interno della cella. Una volta trasferiti in altra camera hanno tuttavia proseguito la loro opera distruttiva. E ancora: «Per qualche giorno i due si sono resi responsabili di diversi atti di ribellione e, armati di lamette, hanno continuato a proferire minacce nei confronti del personale di Polizia penitenziaria».

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L’esponente Sinappe rimarca: «Ancora una volta ogni pretesto è buono per devastare, aggredire, ferire e distruggere, ancora disordini all’interno di quelle istituzioni che dovrebbero essere roccaforte di legalità e sicurezza. Più volte il sindacato ha evidenziato le difficoltà dettate dalla gestione di detenuti psichiatrici o semplicemente poco avvezzi al rispetto delle regole».

«Il nostro auspicio è che l’Amministrazione provveda nell’immediato a separare i due detenuti e ad allontanarli così come previsto dalle circolari sull’ordine e la sicurezza. Non è comprensibile che il personale di Polizia Penitenziaria, nella sola giornata di ieri, sia stato costretto a permanere in servizio per oltre 20 ore continuative e senza neanche poter consumare i pasti». Per il vice segretario Busà, «non si può più sottacere dinnanzi a situazioni del genere che quotidianamente ledono il personale di polizia penitenziaria che opera all’interno degli istituti. Il Sinappe, nel rammaricarsi dell’accaduto, esprime grande solidarietà ai colleghi e manifesta la necessità di congratularsi con loro per la professionalità e la competenza dimostrate».

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