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Omicidio Francesco Vangeli, Antonio Prostamo condannato in appello a 29 anni e 6 mesi

Pena lievemente ridimensionata rispetto alla sentenza di primo grado. Giudicati improcedibili due reati per mancanza di querela. Il giovane fu ucciso e gettato nel Mesima nell'ottobre 2018

Omicidio Francesco Vangeli, Antonio Prostamo condannato in appello a 29 anni e 6 mesi
Nei riquadri, Francesco Vangeli e Antonio Prostamo

Condanna lievemente ridimensionata in appello per il principale imputato dell’omicidio di Francesco Vangeli. La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha condannato a 29 anni e sei mesi Antonio Prostamo, 35 anni, per il delitto di Francesco Domenico Vangeli, 25 anni, avvenuto nella notte tra il nove e il dieci ottobre 2018 a San Giovanni di Mileto. In primo grado, nel processo con rito ordinario, il 35enne era stato condannato a 30 anni di reclusione. In appello i giudici hanno dichiarato improcedibili due capi di imputazione per mancanza di querela: tentata violenza privata e danneggiamento.

Secondo l’accusa Vangeli è stato chiamato a recarsi a casa Prostamo il nove ottobre 2018, col pretesto di dover prendere le misure per la realizzazione di un tavolino in ferro battuto.
Qui sarebbe nato una discussione dovuta alla relazione contesta tra Antonio Prostamo – difeso dagli avvocati Sergio Rotundo e Giuseppe Grande – e Vangeli di una ragazza, Alessia Pesce, che al momento dei fatti si trovava in stato di gravidanza.
Da quella data di Francesco Vangeli si sono perse le tracce. L’omicidio sarebbe stato commesso nel corso di quell’incontro per mano di Antonio Prostamo col concorso del fratello Giuseppe (condannato in via definitiva a 17 anni di reclusione).
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Vangeli è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco e poi gettato in un sacco nero, ancora agonizzante, nel fiume Mesima.
Un corpo che non è mai stato ritrovato e che getta la madre di Francesco Vangeli, Elsa Erminia Tavella, e i familiari – assistiti dagli avvocati Francesca Comito, Nicodemo Gentile e Antonio Cozza – in un profondo sconforto.

Tra i capi di imputazione contestati ad Antonio Prostamo, e giudicati improcedibili per mancanza di querela, vi era anche una tentata violenza privata ai danni di Vangeli, costituita da una serie di messaggi, dai toni sempre più minacciosi, che Prostamo ha inviato al 25enne, tra il 21 luglio e il 17 agosto, e la distruzione dell’auto di Vangeli il giorno della sua scomparsa.

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