Di origini calabresi Corey Comperatore ucciso durante l’attentato a Trump. Antoniozzi (Fdi): «La Calabria gli rende onore»
Il 50enne era un ex vigile del fuoco. È stato colpito a morte dai proiettili indirizzati verso l’ex vice presidente degli Usa durante un comizio in Pennsylvania
Era di origini calabresi l’ex capo dei vigili del fuoco ucciso durante l’attentato all’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Corey Comperatore, 50 anni, è stato colpito dal cecchino che ha aperto il fuoco durante il comizio dell’ex presidente a Butler. Comperatore era stato capo dei vigili del fuoco a Buffalo Township, nella contea di Butler in Pennsylvania. La sorella di Comperatore, Dawn Comperatore Schafer, riferisce la stampa Usa, ha spiegato che suo fratello è morto mentre cercava di proteggere la sua famiglia quando sono arrivati gli spari durante il discorso di Trump.
Antoniozzi (Fdi): «La Calabria gli rende onore»
«Corey Comperatore, il vigile del fuoco morto ieri nell’attentato a Trump, era calabrese e la Calabria gli rende onore. Un altro calabrese italo americano che ha dato prova di onore e di servizio per la sua divisa. Nel dolore per la sua morte siamo più che mai orgogliosi che fosse calabrese», ha scritto sui social il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi.
Il dolore della famiglia
«L’odio per un uomo ha tolto la vita all’uomo che amavamo di più. Era un eroe che proteggeva le sue figlie», ha scritto su Facebook la sorella di Corey. «Sua moglie e le sue figlie hanno vissuto l’impensabile e l’inimmaginabile», ha aggiunto.
La figlia di Comperatore, Allyson, ha definito suo padre «il miglior padre che una ragazza possa mai desiderare» e ha riferito che quando sono arrivati gli spari ha rapidamente gettato lei e sua madre a terra per cercare di proteggerle dopo che Trump è stato colpito. «Ci amava davvero così tanto da prendere una vera pallottola per noi», ha scritto Allyson su Facebook. «E non voglio altro che piangerlo e dirgli grazie».
La moglie di Comperatore, Helen, lo ha definito un «supereroe della vita reale» che li proteggeva. «Ieri, quello che doveva essere un giorno così emozionante per mio marito, in particolare, si è trasformato in un incubo per la nostra famiglia», ha scritto Helen su Facebook. «È morto da eroe che è sempre stato».
L’uomo sarebbe stato colpito alla testa, forse perché «si trovava sulla traiettoria del fuoco incrociato» tra l’attentatore e gli agenti che hanno protetto Donald Trump aveva affermato all’emittente Nbc News un testimone oculare, il quale ha raccontato di aver visto la vittima cadere a terra. L’uomo era seduto su una tribuna a sinistra del podio dove stava parlando Trump.
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