sabato,Luglio 6 2024

Tropea, installata l’antenna telefonica della discordia: continua la protesta dei residenti

Nonostante il nulla osta della terna commissariale, sono molti i cittadini del quartiere Annunziata che temono per la propria salute e non intendono desistere. Finora raccolte 800 firme in calce a una petizione che chiede di fermare il progetto

Tropea, installata l’antenna telefonica della discordia: continua la protesta dei residenti
Il palo dell'antenna ormai ultimato

È tanto il malcontento, unito al senso di frustrazione, che provano gli abitanti del quartiere “Annunziata” di Tropea in cui ricade l’antenna di telefonia mobile oramai quasi entrata in funzione. Hanno provato ad unirsi, riuscendo a formare un Comitato civico spontaneo che non ha mai perso tempo, occupando con diverse auto il parcheggio del cimitero, in segno di protesta, non appena i lavori di scavo per le fondamenta del pilone hanno preso il via. Si sono coordinati costantemente, impegnandosi a battere ogni angolo della città per ricevere sostegno dai loro stessi concittadini: condividere la causa di tutela della salute pubblica. A distanza di circa un mese, hanno portato a casa poco più di 800 firme, su 5899 abitanti, chieste nel tentativo di alzare la voce e provare ad avere peso decisionale in una vicenda che sentono «piombata in testa come una tegola».

Quell’antenna, quella «maledetta ennesima antenna» a Tropea proprio non ce la vogliono e per una sacrosanta ragione: il diritto di tutelare la propria salute e quella dei bambini. «Nel quartiere “Annunziata” già ne abbiamo una grossa, installata diversi anni fa – raccontano alcuni di loro – e sebbene nessuno si prende la responsabilità di dire che possono provocare tumori o deformazioni fetali eccetera, la realtà che noi tutti conosciamo è ben diversa: in tanti ci hanno lasciato le penne per cosiddetti “mali incurabili” e diversi residenti in quel quartiere, oggi, stanno lottando per la vita dopo aver scoperto di avere seri problemi mai riscontrati prima in famiglia».

Non conta l’età, non conta l’estrazione sociale. A sentirli parlare si sentono “cotti dentro”. «Continuiamo a lottare per far togliere quella maledetta seconda antenna. Non abbiamo avuto voce in capitolo fin dall’inizio di questa brutta storia – sottolineano – né in qualità di cittadini, né in qualità di sostenitori dei nostri politici locali. Ci sentiamo traditi nella fiducia perché non considerati e non informati prima di quanto stava per accadere. Forse è vero che un luogo più idoneo per il funzionamento dell’antenna non poteva esserci, noi non siamo esperti in materia, ma crediamo fortemente che un sindaco – dicono riferendosi all’ex primo cittadino Giovanni Macrì – che dice di avere a cuore Tropea ed i suoi abitanti, che invece ci sbeffeggia apostrofandoci “principi” e “principesse” di una realtà idilliaca che vede soltanto lui, debba avere il coraggio di rifiutare queste richieste da parte privata. Rinunciare ad un introito, qualunque esso sia, in favore della salute e dell’incolumità pubblica, informando di questa scelta anche il mondo intero, avrebbe decisamente ribaltato la situazione e fatto segnare una bella pagina per la nostra città che ora, purtroppo, è vittima del dio denaro».

Opinioni drastiche che si scontrano, però, anche con il nulla osta dei commissari che reggono il Comune dopo lo scioglimento per mafia. All’inizio di giugno, infatti, la triade commissariale, pur assicurando massima vigilanza, definì l’impianto in piena regola, non accogliendo le istanze di quanti chiedevano lo stop.

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