venerdì,Luglio 5 2024

Appalti truccati nella sanità per 33 milioni: blitz a Catanzaro, misure cautelari per 15 indagati – NOMI

L'operazione della Guardia di finanza coordinata dalla Procura della Repubblica ha portato anche al sequestro preventivo di beni per 530mila euro

Appalti truccati nella sanità per 33 milioni: blitz a Catanzaro, misure cautelari per 15 indagati – NOMI

I militari della Guardia di finanza di Catanzaro, su coordinamento della Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza che ha portato all’applicazione di misure cautelari nei confronti di 15 persone per vari reati tra cui corruzione, concussione, truffa e falso ideologico. Due imprenditori, un dirigente medico-docente universitario e tredici pubblici ufficiali sono stati posti agli arresti domiciliari o sospesi dai loro incarichi.

Il provvedimento è scattato per Giuseppe Lucio Cascini, Pasquale Dove, Ciro Oliviero (sottoposti ad arresto domiciliare) e Gennarina Arabia, Antonio Nicola Arena, Antonio Armentano, Vittoria Celi, Pietro Gangemi, Michelina Graziano, Vincenzo Militano, Pasquale Minchella, Pasquale Santaguida, Rita Carlotta Santoro e Adolfo Siciliani (sospesi dall’esercizio di uffici e servizi pubblici).

I provvedimenti sono scaturiti da un’attenta attività di indagine svolta dalla Polizia economica-finanziaria/Gruppo Tutela spesa pubblica della Guardia di Finanza di Catanzaro, volta a contrastare forme illecite di gestione di risorse pubbliche nel settore sanitario. Le indagini preliminari hanno evidenziato gravi indizi di irregolarità in 9 appalti pubblici del valore complessivo di oltre 33 milioni di euro, banditi da enti come la Regione Calabria e l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.

Sono emersi legami illeciti tra pubblici ufficiali e rappresentanti di società fornitrici di materiali sanitari, con bandi di gara orientati a favore di determinati soggetti in violazione della concorrenza. Sono stati ipotizzati anche reati di corruzione, falso e truffa, legati a concorsi e incentivi per dipendenti pubblici. Il dirigente medico dell’ex Azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” e dell’Università “Magna Graecia” è stato coinvolto in una vicenda di truffa legata alla percezione di indennità per esclusività, nonostante lavorasse in due cliniche private. L’utilizzo di società fittizie per emettere fatture false, ha permesso la corresponsione di somme in contanti al pubblico ufficiale. Parallelamente, è stato eseguito un sequestro urgente di beni per un valore totale di circa 530mila euro. Il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari, ma i risultati delle prime analisi evidenziano gravi violazioni che richiedono un approfondimento ulteriore da parte della magistratura.

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