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I primi verbali del narcos della ‘ndrangheta Vincenzo Pasquino che racconta i traffici tra Calabria e Sudamerica

Lo scorso 7 maggio ha annunciato ai magistrati della Dda di Reggio l’intenzione di voler collaborare con la giustizia nell'ambito del processo Eureka. Per anni ha governato le rotte su cui si muoveva la cocaina destinata alle ‘ndrine di tutta Italia

I primi verbali del narcos della ‘ndrangheta Vincenzo Pasquino che racconta i traffici tra Calabria e Sudamerica
Un sequestro di droga e nel riquadro Vincenzo Pasquino

I suoi primi verbali sono diventati pubblici nei giorni scorsi nel processo Eureka, in corso davanti al Tribunale di Locri. Vincenzo Pasquino, uno dei narcos globali della ’Ndrangheta, si è pentito. «Intendo collaborare con la giustizia», ha riferito lo scorso 7 maggio ai magistrati della Dda di Reggio Calabria, qualche settimana dopo l’estradizione dal Brasile avvenuta al termine di una lunga latitanza.

Dal Sudamerica Pasquino, che rappresenta uno dei terminali delle cosche calabresi al Nord ha governato le rotte del narcotraffico per anni. Il suo bagaglio di conoscenze nel settore spazia dai rapporti con i cartelli ai terminali del traffico delle ’ndrine di tutta Italia: la Locride (con Platì e San Luca in testa) e ovviamente Torino, visto che Pasquino ha coltivato i propri affari sotto l’egida del clan Agresta di Volpiano.

Nell’incipit delle sue prime dichiarazioni, cariche di omissis rese davanti al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e al pm Diego Capece Minutolo, Pasquino ammette «tutti i fatti che mi vengono contestati nell’ambito del procedimento Eureka, a eccezione della detenzione a Roma di 100 chilogrammi di cocaina, in relazione ai quali devo fare alcune precisazioni».

Il narcotrafficante espone anche alcune delle regole del business: «Una famiglia calabrese che fa arrivare un carico di cocaina a Gioia Tauro è tenuta a informare le altre. Solo nel caso in cui le famiglie importanti non siano interessate ad acquistare una quota del carico è possibile offrirla ad altre persone. Chi non rispetta questa regola rischia di essere ucciso o di essere “spogliato” nel senso di essere estromesso da qualsiasi affare o di essere privato di protezione». Continua a leggere l’articolo su LaC News24.

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