sabato,Settembre 28 2024

Legambiente nega a Tropea le 5 Vele per il mare più bello d’Italia a causa dello scioglimento del Comune

La referente regionale dell’associazione ambientalista Anna Parretta spiega i motivi della decisione: «Scelta sofferta, ma non la potevamo insignire con il massimo riconoscimento»

Legambiente nega a Tropea le 5 Vele per il mare più bello d’Italia a causa dello scioglimento del Comune
Tropea

Che fine hanno fatto le “Vele” di Tropea? Una domanda semplice che da qualche giorno arrovella chi legge e rilegge la prestigiosa classifica stilata annualmente da Legambiente e Touring Club Italiano, in pratica l’oscar del mare più bello. Lo scorso anno Tropea di Vele ne aveva ricevute addirittura 5, unica località in Calabria a raggiungere il top della graduatoria, insieme ad altre 20 in tutta Italia in 7 regioni. Un orgoglio per il Vibonese, che ha contribuito a promuovere ulteriormente il luogo più iconico e famoso della Calabria. Ovvio aspettarsi che anche quest’anno Tropea sarebbe tornata a svettare nella classifica nazionale. E, invece, le Vele sono sparite. Neppure una ne è stata assegnata e nessun altro comune calabrese ha fatto l’en plein, facendo scomparire dalla cima della classifica italiana la Calabria, con la sola Roccella Jonica vicina alla vetta, che di vele però ne ha conquistate solo 4.

«Per quest’anno abbiamo deciso di desistere – spiega Anna Parretta, referente regionale di Legambiente -, a causa dello scioglimento del Consiglio comunale per presunte infiltrazioni mafiose. È stata una scelta difficile, sofferta. Era la prima volta che ci trovavamo a valutare le 5 Vele per un Comune sciolto per mafia e abbiamo deciso di soprassedere, perché per Legambiente la tutela della legalità e la lotta alle mafie è un valore assoluto presente nel nostro Dna associativo».

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Una risposta chiara, sebbene opinabile, che però non spiega per quale motivo, invece, Scilla – sciolto nel 2023 sempre per presunte infiltrazioni mafiose – abbia ricevuto le sue 3 Vele. «Il problema era rappresentato dall’assegnazione delle 5 Vele, cioè il massimo punteggio – continua Parretta -. Non ce la siamo sentita di insignire un comune appena sciolto con un riconoscimento così prestigioso. Ripeto, non è stato facile arrivare a questa decisione, che è stata assunta a livello nazionale, sebbene condivisa da tutti noi. Tropea aveva tutte le carte in regola per conquistare nuovamente la cima della classifica, perché soddisfaceva ampiamente i nostri parametri di riferimento, ma avremmo incoronato un territorio alle prese con un grave problema di legalità». Insomma, piove sul bagnato. Restano intatte, però, tutte le perplessità su una decisione così salomonica, che penalizza indirettamente un territorio e una comunità che già devono fare i conti con il negativo ritorno d’immagine derivato dalle vicende dell’Amministrazione comunale. Le 5 Vele potevano essere un’iniezione di fiducia, un modo per poter continuare a ostentare con orgoglio i vessilli di Tropea, sulla quale continua a sventolare comunque la Bandiera Blu.

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