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Dalla strage di Ariola 21 anni fa al blitz di oggi: «Nelle Preserre ‘ndrangheta arcaica e predatoria»

Emersi i legami con altre regioni nelle quali il gruppo criminale agiva attraverso intimidazioni, estorsioni e altre attività illecite: «Affari in Abruzzo, Piemonte e Svizzera». Eseguiti 14 arresti

Dalla strage di Ariola 21 anni fa al blitz di oggi: «Nelle Preserre ‘ndrangheta arcaica e predatoria»

È stato il procuratore di Catanzaro facente funzioni Vincenzo Capomolla a illustrare, nel corso della conferenza stampa convocata per questa mattina, i dettagli dell’indagine che ha portato all’arresto di 14 persone (13 in carcere, una ai domiciliari) per associazione mafiosa e altri gravi reati connessi. Ventisei in tutto gli indagati.

Capomolla ha parlato di «’ndrangheta radicata nelle Preserre vibonesi, in particolare inserita nella cosiddetta locale di Ariola che controlla una serie di paesi dell’area: Acquaro, Dasà, Dinami e Gerocarne». Una locale, ha sottolineato il procuratore, già nota agli inquirenti perché interessata in passato da altre vicende giudiziarie: «Cito per tutti il procedimento denominato “Luce nei boschi”».

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La nuova indagine che ha portato al blitz di questa mattina ha permesso di inquadrare, ha spiegato Capomolla, «l’assetto attuale di questa associazione all’esito anche dei conflitti determinati nell’ambito di quel contesto di ‘ndrangheta che hanno portato a una serie di vicende omicidiarie, una delle quali è anche oggetto dell’ordinanza di misura cautelare eseguita oggi». Il riferimento è al triplice omicidio del 2003 noto come “strage di Ariola”, che ha coinvolto i gruppi criminali che si contendevano l’egemonia nel territorio. «Quello oggetto dell’ordinanza di oggi è il gruppo che poi ha prevalso, anche alla luce di questa vicenda omicidiaria», ha precisato il procuratore.

Una struttura di ‘ndrangheta aggressiva, arcaica, predatoria. Così è stata definita la locale di Ariola, finita al centro della indagine di oggi. Misure cautelari sono state applicate ai presunti esponenti di vertice della cosca Maiolo, egemoni sul territorio di Gerocarne dopo lo scontro tra articolazioni della stessa associazione sfociata nell’ottobre del 2003 proprio nel triplice omicidio di Ariola.

Agli arresti anche i presunti autori e i mandanti di quel delitto, avvenuto con modalità cruente. Quattro le persone raggiunte da una pioggia di proiettili calibro 12ben 14 quelli esplosi contro esponenti del gruppo concorrente, tre i morti.

Una locale particolarmente pericolosa, secondo quanto riferito in conferenza stampa, perché dotata di armi da guerra e clandestine.
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