domenica,Giugno 30 2024

Imponimento, il difensore del poliziotto Verdelli dopo l’assoluzione: «Sentenza dimostra sua distanza da ogni ambiente criminale»

Per l'avvocato Di Renzo «occorre riabilitare totalmente la sua figura, consentendogli di riprendere le funzioni che svolgeva»

Imponimento, il difensore del poliziotto Verdelli dopo l’assoluzione: «Sentenza dimostra sua distanza da ogni ambiente criminale»
L'aula bunker di Lamezia Terme

Dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, in qualità di difensore di Verdelli Pietro nel processo Imponimento, che ha decretato l’assoluzione dell’assistente di polizia, riceviamo la seguente nota che pubblichiamo integralmente.

«Quale difensore di fiducia di Verdelli Pietro, nato a Figline Vegliaturo (CS) il 21.10.1974, imputato nel procedimento convenzionalmente denominato “Imponimento”, formo la presente nota (stampa), al precipuo fine di rappresentare che con la sentenza emessa dal Tribunale di Lamezia Terme, in composizione collegiale, ne è stata sancita, in modo inequivoco, la perfetta liceità della condotta professionale.

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Tre anni di un lunghissimo dibattimento, dipanatosi con più di 150 udienze (nel contesto di un processo durato circa 4 anni), non cancelleranno mai la sofferenza patita dal malcapitato Verdelli, ma certo, oggi, con una sentenza ampiamente terminativa si restituisce piena dignità alla divisa dell’apprezzato appartenente alla Polizia di Stato Pietro Verdelli.
La sentenza destruttura ogni elemento asseritamente accusatorio, consolidando la siderale distanza del poliziotto Verdelli ad ogni e qualsiasi ambiente criminale, in qualunque foggia questo si manifesti.

Esprimo, dunque, vivo compiacimento per l’ineccepibile pronuncia emessa dal Tribunale di Lamezia Terme, all’esito del procedimento penale convenzionalmente denominato “Imponimento”, ed auspico che all’innocente Pietro Verdelli venga consentito di riprendere le funzioni che svolgeva con capacità rara ed apprezzata.

Il dibattimento ha visto sfilare una pluralità di colleghi ed ufficiali della Polizia di Stato, che nel ricostruire a confutazione dell’ipotesi accusatoria alcuni episodi, hanno conclamato la immutata stima di cui il mio rappresentato godeva (e gode).

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Occorre riabilitare totalmente la figura del graduato Verdelli e ripristinare, senza indugio, le funzioni che svolgeva e le prerogative che gli appartenevano.

Con incrollabile fiducia nella Magistratura, il mio rappresentato ha contestato la ricostruzione accusatoria fattivamente e documentalmente, sempre rispettando l’alta funzione giurisdizionale demandata al Tribunale.
È la fine di un incubo durato quattro anni ed è il momento della gioia e del rallegramento.

Mai, la ponderosa richiesta di pena che la Procura Distrettuale ha elevato nei confronti del Verdelli (AA. 12), ha fatto vacillare la fiducia negli esiti del dibattimento che non potevano che essere, in ragione dell’istruttoria svolta, di tipo assolutorio.
Da ultimo, in ragione del rilevantissimo eco mediatico avuto dalla vicenda processuale che ci occupa, si chiede la integrale pubblicazione del presente comunicato ed attribuirsi al medesimo lo spazio che merita, giusti i numerosi resoconti giornalistici afferenti lo svolgimento del giudizio. Tanto si doveva».

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