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«Mi ha chiesto la mazzetta e gliela devo dare»: l’accordo «perverso» tra l’ex comandante dei vigili di Vibo e l’uomo dei Mancuso

Il pagamento di una tangente per costruire su un’area archeologica: «Duemila euro e fa le carte molto velocemente». E ancora: «Pure il grattacielo di New York faccio...»

«Mi ha chiesto la mazzetta e gliela devo dare»: l’accordo «perverso» tra l’ex comandante dei vigili di Vibo e l’uomo dei Mancuso
Giovanni Giamborino e l'ex comandante della Municipale di Vibo Filippo Nesci

Il pagamento di una tangente in cambio di un permesso a costruire. Il Tribunale di Vibo Valentia ha definito quello tra Filippo Nesci, ex comandante dei Vigili urbani di Vibo Valentia e l’uomo dei Mancuso, Giovanni Giamborino, «un accordo perverso». Un’accusa per la quale l’ex pubblico ufficiale è stato condannato a quattro anni di reclusione nell’ambito del processo Rinascita Scott.

La vicenda di corruzione parte da un terreno nel comune di Vibo Valentia di proprietà di Giovanni Giamborino, esponente di vertice della cosca Mancuso condannato a 19 anni e sei mesi di reclusione, che risultava sottoposto a vincolo archeologico per la presenza di resti di un’antica strada romana. Vincoli che avevano costretto Giamborino, fin dagli anni ’90, a interrompere il progetto di realizzare su quel sito un immobile.

Somme di denaro per ingraziare Nesci

L’imputato era poi ritornato su quel proposito nel 2014, anno nel corso del quale gli investigatori registrano i tentativi di Giamborino di ottenere due autorizzazioni di variante, anche spingendo l’acceleratore su amicizie influenti.

Una prima variante al progetto relativo alla concessione edilizia rilasciatagli nell’anno 1987, Giovanni Giamborino l’aveva ottenuta nel 2015. Un secondo permesso a costruire in variante era arrivato nel 2016. A questo punto, scrivono i giudici, Giamborino «per “ingraziarsi” il Nesci, dirigente del settore urbanistica, gli avrebbe promesso somme di denaro».

C’è da premettere, com’è sottolineato in sentenza, che Nesci, da comandante del corpo dei Vigili urbani, nel 2016 era divenuto dirigente del Comune di Vibo Valentia, e, ad aprile 2017, diventava dirigente dell’ufficio Edilizia residenziale pubblica e Toponomastica.

«Mi ha chiesto la mazzetta e gliela devo dare»

Molte delle contestazioni che vengono rivolte a Filippo Nesci sono basate su intercettazioni ambientali e telefoniche. È dalla viva voce di Giamborino che si apprende che questi «mostrava di conoscere a fondo la carriera di Filippo Nesci» che veniva definito un «mazzettista».

Ed è sempre da una conversione che viene fuori che «Giamborino era stato destinatario di una richiesta di denaro da parte del Nesci, per ottenere l’esito positivo della pratica amministrativa che riguardava la realizzazione dell’immobile» sul terreno sottoposto a vincolo archeologico.

«Mi ha chiesto la mazzetta e gliela devo dare», dice Giamborino riflettendo sul fatto che Nesci è da tenere buono perché è ancora giovane e resterà al suo posto ancora per 15 anni: «… ha cinquanta anni e per altri quindici anni a Vibo c’è lui e non ci può andare, hai capito? E a lui dal posto suo non lo possono cacciare non sente i Vigili, non lo posso cacciare mai dai Vigili, lo possono cacciare ma non dai Vigili perché è vincitore di concorso».

«Duemila euro e fa le carte molto velocemente»

Giovanni Giamborino è solito ripetere spesso, a diversi interlocutori, l’episodio della mazzetta. Ne parla anche col cugino Giuseppe Salvatore Galati il due luglio 2016: «Non ti pensare che sia facile, Pino, la mazzetta devo pagare al comandante di Vibo. Mazzetta… Quanto gli do per tenerlo buono per… un paio di mila euro. Poi mi sta facendo le carte molto veloce alla fine».

Tra le altre cose Giamborino racconta che Nesci gli avrebbe permesso di rateizzare un’imposta, che a lui era stata concessa, un benefìcio che di norma non veniva riconosciuto: «Con le cose che ha fatto a me… a posta, ti dico che posso fare quello che voglio […] faccio quello che voglio… pure il grattacielo di New York faccio… tutto faccio… ecco… mi ha detto fate il parcheggio».

Il problema con i parcheggi

A fine luglio 2016 sorgono dei problemi con per la parte di immobile destinata ai parcheggi. Anche in questo caso Giamborino rivela, nel corso di svariate conversazioni, che «il comandante che vuole mangiare, mi ha detto il comandante, mi ha detto “Li togliamo, dai, togliamo questi depositi sotto “, ha detto, “però senza che portate progetti, ve lo scrivo sopra la concessione edilizia che il piano interrato è… e dovete fare il vano tecnico”».

«… con 5000 euro, 10mila euro – dice Giamborino nell’ennesima conversazione – che gli regalo al comandante, e il cambio di destinazione d’uso ce l’ho in un’ora… a bocca chiusa, detto tra me e te…».

L’accordo «perverso» tra Nesci e Giamborino

Anche il collaboratore di giustizia Andrea Mantella definisce Filippo Nesci «un mazzettaro». «Tempistica, tenore e frequenza dei dialoghi captati non lasciano dubbi sul fatto che Nesci e Giamborino abbiano concluso un perverso accordo ingenerato dalla sollecitazione del primo prontamente recepita dal secondo…».

La difesa di Nesci: «Astio di Giamborino nei miei confronti»

A nulla sono valse le affermazioni rese in udienza dall’imputato Nesci il quale «ha provato a sostenere che le parole del Giamborino fossero dettate da un intento calunniatorio; a dire del Nesci, infatti, Giamborino avrebbe nutrito dell’astio nei suoi confronti perché anni prima, da dirigente, gli aveva rigettato una pratica che lo riguardava. Nesci ha riferito, inoltre, di essere stato oggetto di un tentativo di corruzione da parte del Giamborino, al quale non aveva aderito, ma di aver preferito non denunciare l’accaduto».

«È compatibile, difatti – concludono i giudici –, con l’iter logico dell’intera vicenda che Giamborino abbia promesso una somma di denaro, in funzione di uno stabile (e anche futuro) asservimento del Nesci, il cui ammontare doveva essere determinato anche in base alle contingenze del momento, tanto economiche (relative cioè alla disponibilità di denaro del corruttore) quanto amministrative (correlate, cioè, alle varie vasi dell’iter amministrativo della pratica)».

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