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“Mommino” Piromalli re della movida meneghina: così la ‘ndrangheta della Piana voleva mettere le mani sulla Milano da bere

Gli atti dell’inchiesta Royale della Dda lombarda svelano i progetti della potente cosca calabrese dal 2018 al 2021. Nel mirino c’era l’acquisizione di 5 locali in centro. Il ruolo di Agostino Cappellaccio, presunto terminale economico

“Mommino” Piromalli re della movida meneghina: così la ‘ndrangheta della Piana voleva mettere le mani sulla Milano da bere
Sopra, uno degli incontri a Milano tra Girolamo Piromalli, Salvatore Giacobbe e Agostino Cappellaccio

Per i magistrati della Dda di Milano, Girolamo “Mommino” Piromalli è un «esponente di assoluto spicco» di uno dei casati storici della ’Ndrangheta. La condanna rimediata (e già scontata) nel processo Provvidenza per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso è uno dei tasselli del curriculum criminale tracciato nell’inchiesta Royale della Guardia di finanza. Gli altri si incastrano in Calabria e sono due ordinanze di custodia cautelare con contestazioni che riguardano (anche) l’«infiltrazione della cosca nel settore commerciale in Calabria». In una di queste inchieste firmate dall’antimafia di Reggio Calabria emergerebbe «anche uno stretto legame» tra il giovane (44 anni) rampollo della famiglia della Piana di Gioia Tauro «e tale Agostino Cappellaccio» che si sarebbe prestato «all’intestazione fittizia» di un lido a Gioia Tauro.

Neppure il nome di Cappellaccio è nuovo alle cronache: 39 anni, pure lui originario di Gioia Tauro, l’imprenditore compare nei verbali del pentito Domenico Ficarra. Ficarra è il collaboratore che ha rivelato – nel processo Nuova narcos europea – un piano delle ’ndrine per uccidere il magistrato Roberto Di Palma. Dopo una vita tra casinò e Ferrari a noleggio, “Corona” (questo il soprannome di Ficarra) ha scelto di raccontare le sue verità ai pm della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Descrive Mommino Piromalli come un «habitué dei locali della movida» meneghina e Cappellaccio come un «soggetto legato a doppio filo alla cosca Piromalli». Da Cappellaccio avrebbe saputo direttamente, durante un incontro casuale su un volo da Lamezia Terme «che aveva preso in gestione un ristorante a MIlano, per conto e nell’interesse di Girolamo Piromalli».

Legami che partono dalla Calabria e approdano nel profondo Nord. Gli investigatori lo scoprono monitorando il Garage Royale, dove Piromalli e Cappellaccio si incrociano con Angelino Giacobbe, figlio di Salvatore, legato da decenni alla famiglia di ’Ndrangheta egemone nella Piana di Gioia Tauro.
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