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Tropea, la relazione del prefetto sul Comune: «Vantaggi a soggetti collegati con i sodalizi criminali»

Le «alterazioni e compromissioni dell’azione amministrativa», gli affidamenti diretti per le cene istituzionali e l’inserimento di società poco trasparenti nella depurazione. Ecco perché è stato chiesto lo scioglimento dell'Ente

Tropea, la relazione del prefetto sul Comune: «Vantaggi a soggetti collegati con i sodalizi criminali»
Il Municipio di Tropea

Ditte in odore di mafia che sarebbero state favorite dall’amministrazione comunale con affidamenti diretti un po’ troppo facili e ben retribuiti. Le cene istituzionali affidate in maniera diretta in un luogo turistico come Tropea. Il servizio di depurazione inficiato da soggetti non trasparenti grazie a subappalti che non avrebbero dovuto essere autorizzati.
Secondo il prefetto di Vibo Valentia Paolo Giovanni Grieco «nel complesso, gli accertamenti svolti hanno posto in luce alterazioni e compromissioni dell’azione amministrativa con riferimento a molteplici settori di intervento che si sono in gran parte tradotti a vantaggio di soggetti collegati a vario titolo, direttamente o indirettamente, con i sodalizi criminali egemoni nell’area. Le risultanze ispettive di supposto condizionamento e/o di collegamento di taluni amministratori e di alcuni dipendenti con la criminalità organizzata locale, così come delineati dalla commissione di accesso, forniscono univoci, concreti e rilevanti elementi di collegamento diretto e/o indiretto dei componenti degli organi elettivi con la locale criminalità organizzata».

Per queste ragioni il prefetto Grieco «all’esito dell’attività di accertamento e di indagine svolta dalla Commissione d’indagine presso l’amministrazione comunale di Tropea, si siano riscontrati elementi concreti e univocamente rilevanti che raggiungano un grado di significatività tale da poter giustificare adeguatamente l’applicazione della misura dissolutoria degli organi elettivi del Comune di Tropea prevista dall’articolo 143 del decreto legislativo n. 267/2000, al fine di ripristinare la legalità ed evitare le ulteriori alterazioni del processo di formazione della determinazione libera di quegli organi elettivi, che allo stato pregiudicano il buon andamento dell’amministrazione».
Con queste parole, indirizzate al ministero dell’interno, la Prefettura ha chiesto lo scioglimento del Consiglio comunale della Perla del Tirreno.

Distorsioni nella gestione degli appalti

Nella relazione emergono, benché omissate, le risultanze degli accertamenti effettuati dalla Commissione e, in particolare, si parla di «distorsioni dell’agere amministrativo» per quanto riguarda la gestione degli appalti e degli affidamenti diretti di lavori e servizi di interesse pubblico…».
«Tali distorsioni – prosegue la relazione – non possono essere ascritte unicamente all’apparato tecnico amministrativo dell’ente ed essere contenute nel solo contesto gestionale, atteso che — come evidenziato dalla Commissione d’indagine – in tale settore, dall’inizio dell’attuale consiliatura, si è constatato il deciso intervento del vertice politico – amministrativo…».
Vi sarebbe stata una sorta di «”sovrintendenza” dei lavori e delle opere eseguite per conto dell’ente comunale».

Il ripristino di servizi urbani e la violazione del principio di rotazione

In particolare la Commissione ha analizzato una serie di affidamenti a varie ditte che sarebbero state agevolate da questo modus operandi distorto.
Si va da una società di “scavi in generale, movimento terra, piccoli lavori edili, movimento merci relativo ad altri trasporti terrestri, demolizione di edifici in generale” che avrebbe goduto di affidamenti diretti retribuiti in maniera più generosa del dovuto per l’effettuazione di diversi lavori di ripristino di servizi urbani.
Per quanto riguarda i lavori di illuminazione pubblica, invece, un’altra ditta sarebbe stata agevolata con affidamenti diretti in violazione del «principio 

di rotazione».

Dalla ristorazione al servizio di trasporto alunni

È stata poi individuata una ditta di fiducia del Comune di Tropea, destinataria di affidamenti diretti per quanto riguarda il settore della ristorazione con somministrazione che «dall’esame delle determine si è avuto modo di accertare che in relazione alla nota afferente alla richiesta informazioni Antimafia, la ditta individuale dell’attività di ristorazione con somministrazione risultava essere richiedente di iscrizione in “White list” da parte della Prefettura di Vibo Valentia, ma al momento delle richieste afferenti alle date sottoelencate, quando venivano emesse le autorizzazioni, non vi risultava ancora formalmente inserita».
Stesso discorso per una ditta di fiducia del Comune di Tropea, destinataria di affidamenti diretti che svolge prevalentemente “attività di ristorante-pizzeria”  e per una ditta che svolge “servizio trasporto scolastico alunni”.

Affidamenti diretti per le cene istituzionali

Secondo quanto rilevato dalla Commissione, l’amministrazione di Tropea avrebbe dato affidamento diretto a una ditta di ristorazione non proprio trasparente, cosa della quale la stessa amministrazione non poteva non essere informata.
Fa notare il prefetto Grieco: «Le strutture di ristorazione, dagli accertamenti esperiti, risultano essere pressoché le uniche strutture destinatarie di affidamenti diretti per le cene istituzionali, pur essendo Tropea un centro turistico con la presenza di un gran numero di esercizi commerciali che svolgono attività ristorazione».

Lo smaltimento dei fanghi da depurazione e i subappalti non autorizzati

Sotto la lente della Prefettura anche lo smaltimento dei fanghi da depurazione. Anche qui si parla di «importanti anomalie» perché sarebbe stato consenti a soggetti non trasparenti «di poter entrare nella filiera dello smaltimento dei fanghi di depurazione, introitando i relativi oneri economici, venendosi sostanzialmente a configurare un subappalto non autorizzato».
«Ora – è spiegato nella relazione – dall’esame dei bandi di gara è emerso che il servizio doveva essere effettuato dall’appaltatore unicamente con proprio personale e con propri macchinari ed attrezzi efficienti ed idonei allo scopo. Era fatto pertanto divieto all’appaltatore di sub appaltare direttamente o indirettamente, sia pure parzialmente i servizi oggetto dell’appalto, sotto pena la risoluzione del contratto e l’addebito all’appaltatore decaduto degli eventuali danni e maggiori spese». Nonostante questo è stato affidato senza alcuna autorizzazione lo smaltimento dei fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue urbane del Comune di Tropea ad imprese che si sono intrufolate grazie ai subappalti.

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