Testimone di giustizia non ridotta in schiavitù, assolti gli imputati di Limbadi
Non regge neanche l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Parte offesa Ewelyna Pytlarz, moglie di Domenico Mancuso
Non regge l’accusa nei confronti di Giulia Tripodi, 85 anni, di Limbadi, e del figlio Domenico Mancuso, 50 anni. La Corte d’Assise di Catanzaro (Forciniti presidente) li ha assolti “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di riduzione e mantenimento in schiavitù e la sola Tripodi anche dal reato di maltrattamenti in famiglia. Nei confronti degli imputati – difesi dall’avvocato Francesca Comito – l’ufficio di Procura aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione a testa. Parte offesa e parte civile nel processo la polacca Ewelyna Pytlarz, moglie di Domenico Mancuso (fratello dei più noti boss Giuseppe Mancuso, alias “Pino Bandera”, e Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”) divenuta dal dicembre 2013 testimone di giustizia. Il reato di riduzione e mantenimento in schiavitù, aggravato dalle modalità mafiose, veniva contestato a Domenico Mancuso e alla madre Giulia Tripodi che avrebbero costretto Ewlyna Pytlatrz a vivere in condizioni insostenibili, vietandole di avere contatti con terze persone senza preventiva autorizzazione e, comunque, sempre in regime di stretto controllo e sorveglianza. Domenico Mancuso e Giulia Tripodi avrebbero poi costretto la donna polacca a lavori defatiganti, sfruttandola nella lavorazione del pane in un forno di famiglia senza alcun rispetto per gli orari lavorativi. La donna sarebbe stata oggetto di ripetute violenze e minacce, colpita con pugni e calci alla pancia, con l’avvertimento da parte di Giulia Tripodi che, ove si fosse ribellata, le avrebbero fatto fare la stessa fine di Santa Buccafusca (deceduta il 16 aprile 2011 ingerendo acido muriatico), ovvero la moglie di Pantaleone Mancuso, oppure le avrebbero tagliato la testa. Ewlyna Pytlatrz all’epoca era tra l’altro madre di una bambina in tenerissima età. Le contestazioni coprivano un arco temporale che va dal 2006 al dicembre 2013 e vedono quali luoghi di commissione i paesi di Limbadi e Nicotera. L’accusa non ha però retto ai rilievi sollevati dalla difesa – avvocato Francesca Comito – e i due imputati sono stati assolti.
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