Maestrale-Carthago: le ragioni dell’esclusione di diversi Comuni del Vibonese dalle parti civili
Fuori dal processo anche la Regione Calabria, la Provincia di Vibo, la Porto di Tropea spa, l’Inps e diversi Ministeri
Solo sei Comuni del Vibonese, oltreall’Azienda sanitaria provinciale, ammessi parti civili nel maxiprocesso nato dalle operazioni Maestrale-Carthago, Olimpo e Imperium in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Si tratta in particolare dei Comuni di Parghelia, Ricadi, Spilinga, Sant’Onofrio, Cessaniti e Filandari. Fuori dal processo i Comuni di: Vibo Valentia, Tropea, Briatico, Filogaso, Drapia, Limbadi, Mileto, Maierato, Nicotera, San Calogero, Marcellinara, San Costantino Calabro, San Gregorio d’Ippona, Pizzo, Soriano Calabro, Sorianello, Stefanaconi, Zungri, Ionadi, Catanzaro e Cittanova. Fuori dal processo e non ammessi quali parti civili neppure la Regione Calabria, la Provincia di Vibo Valentia, l’Inps, il Ministero delle Infrastrutture, la Prefettura di Vibo, la Prefettura di Reggio Calabria, l’Agenzia delle Entrate. Rigettata anche la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dalla “Porto di Tropea spa”. Il Tribunale si è invece riservato di decidere per l’ammissione quali parti civili della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero della Giustizia e del Ministero della Salute.
Le ragioni della decisione
E’ la presidente del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, Tiziana Macrì, a motivare la decisione dell’esclusione richiamando una pronuncia delle Sezioni Unite della Suprema Corte del 21 settembre 2023 secondo la quale non può più bastare – a fronte della nuova disciplina – “il mero richiamo al capo d’imputazione descrittivo del fatto, anche quando il nesso tra il reato contestato e la pretesa risarcitoria azionata risulti con immediatezza. Sarà infatti necessaria una precisa determinazione della causa petendi, similmente alle forme prescritte per la domanda proposta nel giudizio civile. A fini dell’ammissibilità della costituzione non sarà più sufficiente fare riferimento all’avvenuta commissione di un reato, bensì sarà necessario richiamare le ragioni in forza delle quali si pretende che dal reato siano scaturite conseguenze pregiudizievoli nonché il titolo che legittima a far valere la pretesa”.
Il Tribunale di Vibo Valentia ricorda quindi che per l’ammissione quale parte civile “sarà necessario che le ragioni della domanda vengano illustrate secondo gli stilemi dell’atto di citazione del processo civile con l’esposizione in modo chiaro e specifico delle stesse. I giudici hanno quindi rilevato che per tutti i Comuni e gli enti esclusi quali parti civili “risulta totalmente carente l’esposizione del fatto in modo chiaro e specifico. Nelle stesse è stato effettuato solo un mero richiamo ai capi d’imputazione”. Più nel dettaglio, nelle richieste di costituzione di parte civile della Regione Calabria e della Porto di Tropea spa “non è specificato il nesso casuale e il danno”, mentre per il Comune di Nicotera “il danno è solo genericamente indicato”. Niente da fare, dunque, per Comuni di Vibo Valentia, Tropea, Briatico, Filogaso, Drapia, Limbadi, Mileto, Maierato, Nicotera, San Calogero, Marcellinara, San Costantino Calabro, San Gregorio d’Ippona, Pizzo, Soriano Calabro, Sorianello, Stefanaconi, Zungri, Ionadi, Catanzaro e Cittanova. Non saranno parti civili a differenza del troncone in abbreviato dello stesso maxiprocesso per il quale ieri si è conclusa la requisitoria della Dda di Catanzaro con le richieste di pena. Decisioni differenti tra Tribunale di Vibo e gup distrettuale che sono destinate a far discutere. PER TUTTI GLI IMPUTATI LEGGI QUI: Maestrale-Olimpo-Imperium: in 188 dinanzi al Tribunale di Vibo – Nomi/Foto
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