Lavoro in carcere, una seconda possibilità per i detenuti di Vibo
Progetto riabilitativo nella Casa circondariale vibonese, dove sette reclusi sono stati assunti per un mese dall’azienda Callipo per la realizzazione di 10mila confezioni regalo
Cresce in tutta Italia l’impegno delle aziende in progetti di solidarietà verso i detenuti attraverso percorsi di formazione e lavoro durante la permanenza in carcere. Sono numerosi gli esempi positivi e di successo che vanno in questa direzione, come il ristorante “InGalera” aperto nel 2015 nel carcere di Bollate (Mi) con cuochi e camerieri detenuti, seguito quest’anno da “Liberamensa” altro ristorante nella casa circondariale di Torino che vede impegnati 16 detenuti.
Molte catene di ristorazione, hotel, aziende da nord a sud hanno, inoltre, avviato diversi progetti con i detenuti per trasmettere un messaggio concreto di fiducia per il futuro: una seconda occasione è possibile.
E’ questo l’obiettivo che ha portato anche l’azienda Giacinto Callipo Conserve Alimentari ad avviare un progetto formativo con il penitenziario di Vibo Valentia diretto da Antonio Galati che ha accolto con entusiasmo e convinzione la proposta dell’azienda.
Sette detenuti sono stati così assunti per un mese dall’azienda con il compito di confezionare, all’interno del penitenziario, 10.000 confezioni regalo contenenti un assortimento dei prodotti Callipo che saranno messe in vendita per le festività natalizie.
Il personale Callipo, nello specifico 3 delle più esperte “donne Callipo”, ha affiancato i nuovi lavoratori nel confezionamento giornaliero delle cassette regalo, trasferendo la loro esperienza che si basa soprattutto sui valori aziendali di qualità, tradizione, rispetto, solidarietà, fiducia.
«Questo tipo di collaborazione con il penitenziario di Vibo Valentia – ha detto Filippo Callipo, amministratore unico dell’azienda – vuole essere un piccolo ma importante esempio di come le aziende possono contribuire in modo concreto al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti».
Per Antonio Galati, direttore del Penitenziario di Vibo Valentia, «L’iniziativa in corso rientra nel progetto generale di questa Casa Circondariale di offrire ai cittadini qui ristretti sempre maggiori opportunità in grado di provocare riflessioni sul passato, favorire positive progettualità per il futuro e fornire loro strumenti di crescita personali e professionali».