Bancarotta fraudolenta a Vibo: quattro assoluzioni e una condanna
L’inchiesta era scattata nel 2018 portando al sequestro di diverse società della famiglia Evalto
Sentenza del Tribunale collegiale di Vibo Valentia (Grillone presidente, giudici a latere Maiorana e Bertola) nel processo che mirava a far luce su un’ipotizzata bancarotta fraudolenta da parte di alcuni componenti della famiglia Evalto, originaria di Seminara, ma da anni residente a Vibo Valentia. In particolare, il Collegio ha condannato Antonio Piperno, 41 anni, di Vibo Valentia a 2 anni e 6 mesi per la distrazione – quale socio accomandatario della Ediltrasport sas – di alcuni beni della società e la distruzione dei libri contabili. Assolti invece per non aver commesso il fatto gli imprenditori: Michele Evalto, 52 anni, Francesco Evalto, 63 anni, Rocco Evalto, 64 anni, tutti di Vibo Valentia. Assoluzione con la stessa formula anche per Giuseppe Tino, 51 anni, di Capistrano. Nei confronti degli imputati veniva contestata la bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento della Evalto Trasporti srl (Michele e Francesco Evalto), della E&P Calcestruzzi srl (Michele Evalto e Giuseppe Tino), Ediltrasport sas (Rocco Evalto e Antonio Piperno). Al solo Francesco Evalto veniva poi contestata l’emissione di fatture inesistenti. Queste le richieste di pena formulate dal pm Eugenia Belmonte: 5 anni per Antonio Piperno; 4 anni per Giuseppe Tino più prescrizione per alcune accuse; 5 anni Rocco Evalto; prescrizione e assoluzione per Francesco Evalto; 4 anni e la prescrizione per un capo di imputazione nei confronti di Michele Evalto. Gli imputati erano difesi: Evalto Francesco dagli avvocati Giovanni Marafioti e Giuseppe Mammone; Evalto Rocco dagli avvocati Giovanni Marafioti e Giulio Capria; Evalto Michele dall’avvocato Salvatore Pronestì; Piperno Antonio dall’avvocato Marco Talarico; Tino Giuseppe Antonio dall’avvocato Luigi La Scala. Il Collegio con il dispositivo della sentenza ha anche deciso il dissequestro della Project srl di Francesco Evalto con la restituzione anche dei beni della Project srl e di tutto l’asset ad essa collegato. Tutti i beni erano stati sequestrati nel gennaio del 2018 dalla Guardia di finanza. Secondo l’accusa, attraverso una serie di fallimenti pilotati i beni di sette società riconducibili alla famiglia Evalto sarebbero transitati in altre società appositamente create da prestanomi allo scopo di continuare l’attività di quelle fallite. L’accusa ha però retto parzialmente solo per Antonio Piperno.
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