Operazione Olimpo: la Cassazione conferma il carcere per il boss Diego Mancuso
La Suprema Corte rigetta il ricorso dell’esponente dell’omonimo clan di Limbadi che avrebbe ancora un ruolo verticistico nella famiglia
Resta in carcere il boss Diego Mancuso, 71 anni, di Limbadi, coinvolto nella maxioperazione antimafia denominata Olimpo. La Cassazione ha infatti rigettato il suo ricorso avverso l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Catanzaro che aveva confermato la misura cautelare disposta dal gip distrettuale nel gennaio dello scorso anno per i reati di associazione mafiosa e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Per i giudici, sulla base delle dichiarazioni di “soggetti intranei alle consorterie del Vibonese, già positivamente scrutinate in sede giudiziaria”, la condotta partecipativa all’associazione mafiosa si è protratta per Diego Mancuso almeno fino a tutto il 2019. Susciterebbe anzi perplessità, secondo il Tribunale del Riesame, il fatto che un soggetto quasi settantenne sia stato assunto «per lo svolgimento di lavori agricoli pesanti e poco consoni all’età», se non si considerasse che la sede di lavoro – Ricadi – è il «territorio da cui, salvo i periodi di carcerazione, non si è mai allontanato e dove il suo solo cognome incute timore e rispetto di mafia». Né la partecipazione alle attività risocializzanti dell’Uepe vale ad elidere tali conclusioni, dirette a sottolineare l’attualità della pericolosità del ricorrente, «esponente verticistico di una famiglia di ‘ndrangheta che le storie giudiziarie hanno posto tra le più potenti e diffuse del territorio calabrese».
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