mercoledì,Dicembre 25 2024

Quelle vittime venute dal mare che riposano nel cimitero di Bivona

Nel giorno dei morti un accorato messaggio di solidarietà e umanità giunge dalla Pro loco di Vibo Marina, che invita a recarsi al cospetto delle lapidi dei migranti per deporre un fiore o recitare una preghiera

Quelle vittime venute dal mare che riposano nel cimitero di Bivona
Le lapidi dei migranti a Bivona

«Bivona volge da sempre lo sguardo al mare in un rapporto profondo e antico; quello di un luogo importante con la memoria di una grande storia, le ferite ancora aperte dall’alluvione del 3 luglio 2006, il giusto desiderio di uno sviluppo moderno e compatibile che ne valorizzi  al meglio  i tanti beni comuni anche ai fini occupazionali, la necessità di costanti attenzioni e dei  servizi pubblici necessari ad una Comunità operosa  che  guarda ad un futuro più dignitoso. Bivona può essere considerata quest’anno, anche in occasione del giorno della Commemorazione dei defunti, un luogo simbolico ove la Comunità ha saputo comprendere ed accogliere nel suo Cimitero le 18 giovani vittime africane portate dal mare;  forse i più fragili o i più generosi,  alcuni di coloro che non ce l’hanno fatta nel disperato sogno di raggiungere l’Europa». 

È quanto scrive il Consiglio direttivo della Pro loco di Vibo Marina, in occasione della ricorrenza dei morti nella volontà di rendere omaggio alle 18 vittime del mare, migranti provenienti dall’Africa e sbarcati cadaveri al porto vibonese per trovare poi l’estrema accoglienza nel cimitero di Bivona. Una circostanza dolorosa, scrive la Pro loco, che però «educa all’accoglienza e fa onore alla Comunità».    

Si tratta di «una dignitosa sepoltura che a nostro avviso, oltre al grande impegno delle istituzioni e dei servizi competenti, fa onore alla comunità di Bivona che ha saputo comprendere gli eventi con forti ideali umanitari, profondi sentimenti materni, liberi da paure, memori anche dei patimenti  degli emigrati dal Sud Italia. E’ bene – aggiunge il direttivo – mantenere la tradizione  di visitare i defunti ai cimiteri portando magari anche i bambini; quest’anno, ove possibile, vi è anche l’invito   a  recarsi – per un fiore o una semplice preghiera – al  piccolo cimitero di Bivona; soffermarsi anche per un attimo davanti a quelle 18 lapidi bianche quasi tutte senza nome poste in alto al colombario comunale, accanto ad altre con foto dai volti conosciuti di parenti e cittadini. Come in una scuola, forse anche un piccolo cimitero può contribuire a capire tante cose, educare alla solidarietà ed all’integrazione sociale, alla tolleranza ed al dialogo interculturale soprattutto quando si è cittadini del Mediterraneo, un mare  importante per i traffici commerciali ma anche  luogo con migliaia di naufragi di migranti». 

La prima vittima è giunta nel porto di Vibo Marina il 29 giugno 2016 con la nave della Marina Militare Italiana “Bettica” che aveva raccolto i migranti nel Canale di Sicilia; le altre 17 salme sono giunte il 23 luglio 2016 con la nave della Marina Militare Irlandese “James Joyce”. «Un evento sconvolgente – commenta la Pro loco – per tante bare allineate sulla banchina (mai visto tanto dal bombardamento aereo di Vibo Marina del 1943) che contribuiscono ancora a far riflettere sull’estrema decisione di chi fugge da guerre, persecuzioni, miserie, rischiando veramente  tutto, anche la vita per come testimonia il piccolo cimitero di Bivona».

 

 

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