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“Caso” Cessaniti, il procuratore: «Fidatevi dei carabinieri, chi sa parli. Attacco pure al vescovo, persona straordinaria»

L’analisi del procuratore di Vibo su Avvenire. Nel “mirino” anche il commissario prefettizio che amministra il Comune dopo le dimissioni del sindaco a seguito di alcune nostre inchieste che davano conto delle risultanze investigative dell’operazione Maestrale-Carthago

“Caso” Cessaniti, il procuratore: «Fidatevi dei carabinieri, chi sa parli. Attacco pure al vescovo, persona straordinaria»
La Diocesi di Mileto e a destra il vescovo Attilio Nostro e a sinistra il procuratore Camillo Falvo
Nel riquadro don Vincenzo Pontoriero e don Felice Palamara

Un attacco diretto all’opera “riformatrice portata avanti dalla diocesi di Mileto” e dal vescovo Attilio Nostro, ma anche l’insofferenza alle regole del vivere civile e della buona politica, tanto che ad essere presi di mira sono stati – oltre a due parroci – pure la presidente di un’associazione e il commissario prefettizio che regge le sorti del Municipio dopo le dimissioni del sindaco a seguito di una nostra inchiesta giornalistica ((LEGGI QUI: Inchiesta Maestrale: gli agganci del capoclan negli uffici del Comune di Cessaniti e QUI: Inchiesta Maestrale, la Dda: «Amministrazione comunale di Cessaniti da tempo in mano alla ‘ndrina»). Ne è convinto il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, che in un’intervista all’Avvenire accende i riflettori sul “caso Cessaniti”, nelle ultime settimane al centro delle cronache per le intimidazioni a uomini della chiesa, dell’associazionismo e persino al commissario prefettizio, Sergio Raimondo, anche lui finito nel “mirino” con lettere minatorie e denigratorie. Per il procuratore di Vibo Valentia, che nelle precedenti vesti di pm della Dda di Catanzaro si è anche occupato direttamente delle dinamiche mafiose sul territorio di Cessaniti (sfociate nell’operazione Rinascita Scott), nel caso degli ultimi avvenimenti non ci si trova dinanzi a ragazzate, ma “nel mirino – afferma – c’è l’opera riformatrice portata avanti dalla Diocesi di Mileto perché quando si lavora bene, si intaccano interessi e alcuni sacerdoti sono divenuti scomodi. È stato attaccato il commissario prefettizio, è stata attaccata una volontaria dell’associazione Crisalide, espressione della società civile, vengono attaccati due sacerdoti. Questo dimostra che c’è qualcosa che evidentemente non va bene a un sistema consolidato”. Ed ancora: “Alcune delle lettere di minacciose non riguardano solo i parroci ma anche il vescovo Attilio Nostro, una persona straordinaria. Gestire una Diocesi così complessa per il territorio su cui opera non è facile, ma ce la sta mettendo tutta, sta bene operando. E quando si opera bene e si intaccano certi interessi poi alla fine questo è il risultato”. Ilprocuratore Camillo Falvo invita quindi i cittadini di Cessaniti e Pannaconi a rompere il muro del silenzio fidandosi delle forze dell’ordine. “Mi sarei aspettato, visto quello che sta accadendo, che qualche informazione ci arrivasse, perché è difficile che non si sappia o comunque non si possa ipotizzare qualcosa, in frazioni dove in genere qualcosa si sa. Invece nulla. È preoccupante che in una realtà così piccola non ci sia nessuno che parli. Le indagini le stiamo facendo, i carabinieri sono molto preparati e sono sul pezzo. Speriamo di venire a capo presto di questa situazione. Prima i preti venivano toccati soltanto quando si schieravano apertamente contro le organizzazioni criminali, i preti antimafia. Adesso accade anche quando diventano scomodi per cose forse più banali. Non c’è più quel rispetto che c’era una volta verso le istituzioni religiose. Questo si percepisce. Adesso accade anche quando diventano scomodi per cose forse più banali”.

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